Gentile Direttore, a me sembra siano (quasi) tutte da addebitare a Beppe Grillo «le macerie che si è lasciato dietro le spalle». Il suo entusiasmo è stato deteriorato proprio da alcuni suoi errori: la supponenza nel pensare di essere invincibile; l’errata strategia politica nell’imporre ai rappresentati del Movimento un atteggiamento ostico con Tv e stampa; la grande illusione di poter fare tutto da solo senza nessuna alleanza politica. A questo si è aggiunta la sparata sul web con la forsennata difesa per i quattro giovani – tra cui il figlio – accusati di stupro. Giustificabile come genitore ma non come leader politico. Ora conclude con l’attacco a Giuseppe Conte, che aveva dimostrato serietà anche nel nuovo, impegnativo compito politico. Grillo ha perso, ma ancora non se ne rende conto.
Raffaele Pisani
Catania
Caro Raffaele, la parabola del Movimento CinqueStelle ha molte ragioni. Parliamo dell’ennesimo partito personale. E come tutti i partiti personali chi lo ha creato, il più delle volte, lo distrugge. Non so se la pacatezza e la serietà di Giuseppe Conte potrebbero aiutare i 5Stelle a risalire la china dei consensi in netto calo.
Federico Monga