Recovery, ultimo treno ​per la svolta nel Sud

Recovery, ultimo treno per la svolta nel Sud
di Federico Monga
Lunedì 7 Giugno 2021, 08:00
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Gentile direttore Monga,
oggi nel Mezzogiorno non possiamo più immaginare uno sviluppo come quello sperimentato negli anni ‘80 e ‘90. E, ciò che è peggio, non abbiamo neppure un modello alternativo. Non sappiamo se riusciremo a mantenere i livelli di welfare, se continueremo a investire in ricerca, trasporti, sanità, turismo, sicurezza e se diventeremo davvero una società intelligente e inclusiva, capace di produrre occupazione vera e duratura. Quello che manca nel nostro Paese è un governo che aiuti il Meridione senza assistenzialismo. Questa è la sfida che una classe dirigente deve affrontare subito, senza Sud l’Italia non crescerà mai. I cittadini non vogliono essere presi più in giro, prendetevi le vostre responsabilità, cercate di risolvete il problema del nostro Sud.

Antonio Guarnieri
Cisternino (Brindisi)

Gentile Antonio,
è vero, il modello di sviluppo non può essere quello degli anni Ottanta-Novanta.

Non è vero invece che non ci sia una strategia alternativa. Energia a basso impatto ambientale, digitalizzazione e turismo sono le tre direttrici che possono far fare un salto vero al Mezzogiorno. Le risorse attraverso il Recovery ci sono. Come mai in questi ultimi 40 anni. Arrivano anche i rinforzi nei tribunali, nei Comuni e nei ministeri per far correre la macchina dei progetti. Lo Stato si sta attrezzando. Speriamo solo che le resistenze corporative, i soliti orticelli, i micro interessi non prevalgano ancora una volta. Ora o mai più. Non è un modo di dire né tanto meno una frase fatta. L’Italia e il Sud possono davvero cambiare pelle. Fare delle risorse naturali una leva di sviluppo si può davvero. Nuove tecnologie e nuove e vecchie (ma sempre valide) infrastrutture sono gli strumenti che possono fare da trampolino. Ora tutti pancia a terra e sguardo lungo. Il treno del Covid, per fortuna, passa una volta sola.

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