Napoli, se la sua bellezza
diventa una giustificazione

Napoli, se la sua bellezza diventa una giustificazione
di Federico Monga
Lunedì 17 Maggio 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
Napoli ha un cuore grande, è noto. Lo ha dimostrato anche regalando un simbolo d’innocenza, il murale con gli occhi di Noemi, ad una piazza centralissima che fu oggetto della sparatoria in cui rimase ferita la piccola. Napoli ha un cuore, ma Napoli s’indigna e ritrova se stessa solo nel momento del dolore collettivo. Quando, tutti i giorni, dovrebbe sollevarsi di fronte ad ingiustizie e connivenze, la città preferisce farsi i fatti suoi. Dove sono gli intellettuali? Dove si trova, all’ombra di cosa si nasconde quella parte di società che dovrebbe impegnarsi nel (buon) governo di Napoli? Ora si voterà per il nuovo sindaco ma a parte la girandola di nomi non sento uno stracci d’intenti per questa città. Mia figlia, attesa dalla maturità, vuol andare a fare l’università a Firenze. Potrò consentirmelo, per sperare di darle un futuro lontano da Napoli.

Maria Merola
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Cara Maria,
Johann Wolfgang Goethe nel suo Viaggio in Italia scriveva di Napoli: «Oggi mi son dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze.

Si ha un bel dire, raccontare, dipingere; ma esse sono al disopra di ogni descrizione. La spiaggia, il golfo, le insenature del mare, il Vesuvio, la città, i sobborghi, i castelli, le ville! Questa sera ci siamo recati alla Grotta di Posillipo, nel momento in cui il sole, passa con i suoi raggi alla parte opposta. Ho perdonato a tutti quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio padre, che aveva conservato un’impressione incancellabile proprio degli oggetti da me visti oggi per la prima volta». Napoli è troppo bella, anche per l’anima. E la sua bellezza e la sua anormalità sono diventate troppo spesso anche una giustificazione per le sue inefficienze, le sue ferite. Che prima o poi vanno rimarginate. Altrimenti tutti i ragazzi, come sua figlia, pian piano saranno tentanti di abbandonarlo. 

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