Città della Scienza, morte di un tesoro napoletano

di Federico Monga
Martedì 2 Marzo 2021, 08:00
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Gentile direttore, se tutto andrà bene, tra due anni nascerà la Scuola delle Arti e dei Mestieri del Cinema, con sede nell’ex base Nato di Agnano. Nell’ormai lontano 1993 si parlò della creazione, nella dismessa Italsider a Bagnoli, di una grande cittadella della Settima Arte. Era l’anno della prima sindacatura Bassolino, del cosiddetto “rinascimento napoletano”, del “nuovo cinema partenopeo” con gli allora registi trentenni Martone, Corsicato, De Lillo, Incerti e l’anagraficamente più adulto Antonio Capuano. Erano gli anni in cui gli aspiranti giovani attori salutavano queste notizie, vista la scarsità di informazioni e l’ancora inesistente Internet, con aspettative altissime: speravano di poter iniziare la carriera qui a in città e, magari, di restarci. Ma non se ne fece nulla. Se la scuola nascerà, saranno passati 30 anni, quasi due generazioni, essendosi accorciata di molto, nel frattempo, la “vita vissuta”. 1993 - 2023: questa è Napoli; vengono i brividi a pensarci.

Leonardo Sestopassi
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Caro Leonardo, cascano le braccia a risentire, per l’ennesima volta queste storie. Quanto ben di dio sprecato. , Sarebbe troppo lungo l’elenco delle opportunità affogate tra disorganizzazione, liti temerarie delle amministrazioni comunali regionali, pantano della giustizia che in attesa della chimera verità blocca tutto, interdizioni di comitati civici, ricorsi a Tar e Consiglio di Stato.

Voglio limitarmi solo a un altro simbolo dell’immobilismo partenopeo. Sempre a Bagnoli. Mi riferisco alla Città della Scienza. La notte fra il 3 e il 4 marzo del 2013 atti fa ci fu il grande rogo che distrusse la fabbrica borbonica dove sorgeva lo Science Center. Nei giorni successivi a Napoli e in mezzo mondo si faceva a gara a promettere una ricostruzione rapida nello stesso luogo. Poi è iniziato il dibattito, si sono susseguiti gli appelli, sono arrivate le firme per trovare una nuova sede, il Comune si è messo di traverso e ha cambiato idea perché davanti al mare chissà quali interessi volevano altro. Il risultato? Non è stata scavata manco una buca, non è stato spostato manco un granello di sabbia. E la città della Scienza si sta consumando. Ci si potrebbe fare un film, parafrasando uno dei registi che lei evocava, Mario Martone: Morte di un tesoro napoletano. 

Federico Monga

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