Napoli, il caso Galleria Vittoria: l'amministrazione regno del «futtetenne»

Napoli, il caso Galleria Vittoria: l'amministrazione regno del «futtetenne»
di Federico Monga
Sabato 20 Febbraio 2021, 08:18 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 23:06
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Gentile Direttore, la galleria Vittoria, snodo nevralgico della nostra città, è ormai chiusa da diversi e lunghi mesi. Sulle gravi conseguenze derivanti dall’impossibilità di utilizzare lo storico tunnel è inutile tornarci. Tanto basta farsi un giro in centro per rendersene conto in termini di traffico e perenne confusione. Purtroppo non ci sono alternative praticabili. Quelle messe in campo sono le uniche possibili per non far restare la città “spaccata” in due parti. Ebbene nuovamente un silenzio assordante è calato sulla triste vicenda, che sembra andare davvero per le lunghe. Da cittadino, che subisce tutte le più critiche conseguenze, dovute all’inevitabile interruzione, vorrei almeno capire a che punto stiamo e se si intravedesse all’orizzonte qualche spiraglio di risoluzione. Forse sarebbe il caso che i cittadini fossero informati, restano invece alla fine sempre all’oscuro di tutto. Ignari del loro destino. Chi conosce tempi/modalità batta un colpo. Lo chiedo per piacere. Giusto per non rassegnarsi dinanzi all’ennesimo immobilismo.

Nicola Campoli
Napoli

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Caro Nicola, nel Municipio di Napoli dovrebbero circolare parole come «partecipazione, preoccupazione, premura, cura, organizzazione». Invece, da anni, ormai prevalgono altri termini, come «indifferenza, distacco, noncuranza, menefreghismo, apatia, cinismo, imparzialità». Per dirla in napoletano Palazzo San Giacomo è diventato il regno del «futtetenne». 
Futtetenne delle code chilometriche, del traffico impazzito, dello smog, delle buche per le strade, della Galleria Vittoria, del lungomare ingolfato, dei viali con gli alberi abbattuti, dei parchi abbandonati, dei bus in perenne ritardo, della metropolitana più in tilt d’Italia, dei cornicioni che crollano, delle colline che si sfarinano, dei materassi abbandonati per settimane in mezzo alla via, dei cantieri eterni, dei cantieri appena chiusi e immediatamente riaperti, delle funicolari che si bloccano, dei giardinieri che latitano, delle bandiere sui balconi che si strappano, della vita quotidiana dei napoletani, soprattutto di chi ha meno mezzi economici e che nel Comune dovrebbe trovare un’àncora di salvezza e non una pietra al collo.

Federico Monga

Direttore Il Mattino

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