Rifiuti, se anche il Recovery ​si dimentica degli impianti

Rifiuti, se anche il Recovery si dimentica degli impianti
di Federico Monga
Giovedì 29 Aprile 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
i comuni italiani hanno aumentato per il 2020, in piena pandemia, la Tari cioè la tassa sui rifiuti. Intanto detta tassa è alle stelle proprio in quelle regioni o città che non gestiscono al meglio il ciclo dei rifiuti. Ad esempio a Napoli, in base agli ultimi dati, con una differenziata al 36,23%, è ancora lontana dall’obiettivo fissato ed è anche al di sotto della media della stessa Campania. Passata dal 52,7 del 2018 al 52,8% del 2019, peraltro incremento irrilevante. Intanto si pagano più di 5 euro a metro quadrato, per varie attività di ristorazione o altro. E va ancora peggio agli alberghi napoletani, senza ristorante, la Tari si aggira sulle 10 Euro a metro quadrato contro i 4,60 di Milano. Ed è chiaro che si è nella impossibilità materiale di pagare. E ad approfittarne potrebbe essere l’usura. Intanto se vengono meno le entrate le casse pubbliche dei Comuni sono in affanno con un effetto domino sui servizi.

Angelo Ciarlo
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Caro Angelo,
prezzi alti e servizio scadente: la gestione dei rifiuti a Napoli è un caso da manuale di cattiva amministrazione.

Al di là delle ormai note incapacità gestionali dell’attuale amministrazione, la spiegazione strutturale del disastro perfetto è scritta nell’ultimo dossier del Ref, un centro ricerche indipendente autorevole e indipendente, che tra le tante attività supporta l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, chiamato a convalidare le proiezioni macroeconomiche del Governo: «L’arretratezza infrastrutturale, a Napoli come in tutto il Sud, è causa del ritardo nell’implementazione di un ciclo integrato dei rifiuti. L’avvio di impianti di gestione rappresenta l’unica reale risposta ai fabbisogni di smaltimento». Servirebbero, insomma, più termovalorizzatori come avviene, ad esempio, a Milano, dove non a caso il servizio funziona e la tariffa è molto più bassa. Fin qui il passato, ma il futuro non lascia bene sperare. Nel Recovery si fa tanto parlare di transizione energetica ed ecologica. Tra i 200 e passa miliardi da investire non c’è nemmeno un centesimo destinato a un impianto di trasformazione rifiuti.

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