Gentile Direttore,
leggo e le riporto. «Il mio obiettivo è ridare ai dipendenti pubblici l’orgoglio e l’onore di far parte della Pubblica Amministrazione. Essere dipendenti pubblici significa fare l’interesse del Paese». Un tempo i dipendenti pubblici prestavano giuramento. Andrebbe reintrodotto? «Sì, sono d’accordo. Purchè non sia soltanto un pennacchio». Così il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta alle domande del Mattino. Una volta, nella scuola, la cerimonia del giuramento veniva vissuta con viva commozione e rappresentava, per colui che giurava, un impegno serio e «compromettente», per avviarsi alla professione docente. Non un pennacchio, certamente. La cerimonia era divisa in due tempi. Nel primo anno di servizio si prestava la promessa, nel secondo anno la promessa diventava vero e proprio impegno, nei confronti della Scuola e del Paese. Era una cosa seria. È proponibile, oggi, sic stantibus rebus, l’introduzione di tale «cerimonia» per dare ai dipendenti pubblici l’orgoglio e l’onore di far parte della Pubblica Amministrazione?
Luigi Antonio Gambuti
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Caro Luigi,
in questi ultimi decenni il numero dei dipendenti pubblici è stato fortemente ridotto per ragioni di bilancio.