Gentile Direttore,
di fronte all’assassinio della giovane pakistana Saman da parte dei suoi genitori e parenti assatanati di fanatismo, una certa sinistra multiculturalista interviene con l’intento di assimilare quest’omicidio ai tanti femminicidi che si ripetono in Italia ogni due giorni. Si tratta in entrambi i casi di fatti gravissimi, odiosissimi ed egualmente esecrabili. Qui, però, siamo di fronte ad un delitto eseguito con fredda determinazione, da un gruppo di persone accomunate e «giustificate» da una tradizione culturale radicata e introiettata. Io voglio poter condannare allo stesso modo (anzi, ancora di più) drammi (come quello di Saman) che non sono espressione di una cultura patriarcale residuale, per quanto ancora estesa (come i nostri femminicidi), ma di una cultura patriarcale ancora e oggettivamente molto radicata e solida presso alcune etnie.
Giovanni Lamagna
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Caro Giovanni,
prima di tutto non parlerei di cultura. La violenza, la prevaricazione, l’uso della forza contro chiunque, non fanno parte di nessuna civiltà né tantomeno di nessuna religione. Quindi si può discutere semmai di degenerazione culturale o ancor meglio di subcultura.