Se la politica non pensa al futuro dei giovani

Se la politica non pensa al futuro dei giovani
Martedì 10 Maggio 2022, 06:00
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Gentile Direttore, dedico dalle pagine de Il Mattino un pensiero speciale ai giovani, ed a come diventa sempre più difficile per loro costruirsi un futuro. Mi riferisco anche ai Neet, acronimo dell'espressione inglese Not in education employment or training, cioè a quelli di età compresa tra i 15 e 29 anni che non sono nè occupati, nè inseriti in un percorso di istruzione o formazione, e che in Campania incidono per il 35,9 per cento sulla popolazione giovanile. In senso lato un Paese che non tutela i giovani per quanto concerne il loro inserimento nel mondo del lavoro, che non valorizza il merito, e che trasforma le nuove generazioni da motore dell'innovazione e della crescita a costo sociale, sta sprecando una risorsa preziosa ed una grossa opportunità. Bisogna investire di più in ricerca e sviluppo per creare nuovo lavoro. L'Italia spende in questi ambiti, meno della media europea. I giovani hanno diritto ad un futuro dignitoso. La politica ne prenda atto.

Almerico Pagano
Scafati

Caro Almerico, tra il 2000 e il 2019 la popolazione di quindici anni e oltre, residente in Italia, è cresciuta di 3,23 milioni di unità, risultato di una riduzione di 3,45 milioni di persone di età compresa tra i 15 e 34 anni e di un aumento di 6,68 milioni di persone di età maggiore di 34 anni.

Immaginare un futuro roseo per i prossimi 30 anni con queste oggettive premesse è impossibile. Nel 2000 gli occupati giovani erano 7,7 milioni, nel 2019 erano 5,2 milioni: meno 2,5 milioni. Nello stesso periodo la Germania ha perso 235mila occupati giovani. Il declino italiano in assoluto e in termini comparativi sta in questi numeri. Il tasso di fecondità è sceso da 2,66 figli per donna della metà degli anni Sessanta del secolo scorso a 1,18 figli dell'anno in corso. In Italia, i giovani che potrebbero lavorare nella fascia di età 15-34 anni, ma non lo fanno né cercano attivamente un'occupazione, erano, nel 2000, il 40% di quella fascia di età; nel 2019 sono quasi il 50%. In Germania, tale quota nel medesimo periodo è rimasta costante al 30%. I partiti, tutti, a parole, guardano ai giovani, poi nessuno, una volta arrivato al governo, fa azioni conseguenti. Anzi, siccome i giovani non votano e gli anziani ancora sì, continuano a tutelare questi ultimi a discapito delle future generazioni.

Federico Monga

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