Il boom del servizio civile ​e la sete del lavoro “vero”

Il boom del servizio civile e la sete del lavoro “vero”
Mercoledì 22 Settembre 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
ho molto apprezzato l’impegno che la Ministra per le politiche giovanili Dadone sta profondendo nel potenziamento del servizio civile con l’inserimento dei giovani. Si tratta di una straordinaria opportunità di crescita di cittadinanza attiva ed è uno strumento che aiuta i giovani nella difficile fase della transizione dalla scuola o università al mondo del lavoro. I ragazzi sono molto attratti dai temi della green economy e dall’utilizzo delle tecnologie per l’ambiente. Vorrei evidenziare che al bando del 2021 riguardante l’assunzione di giovani per il servizio civile si sono candidati ben 80mila giovani a fronte di 50mila posti disponibili. Complimenti alla Dadone per il programma che sta portando avanti.

Riccardo Marrocco
Napoli

Caro Riccardo, 
il successo del bando per il servizio civile la dice lunga su quanta fame di lavoro ci sia da parte dei giovani neodiplomati o neolaureati. Si tratta sicuramente di un’esperienza formativa ma non può essere intesa come sostitutiva o peggio ancora come un palliativo per la macchina pubblica che non può (o non riesce) assumere.

Ovvero fornire lavoratori a costo zero. Lo Stato può e deve finanziare borse di lavoro e favorire esperienze lavorative. Per questo ci sarebbe Garanzia Giovani, ma il programma, finanziato dall’Unione Europea, non sta funzionando. L’esperienza del progetto pensato da Tony Blair in Gran Bretagna spiega bene cosa dovrebbe fare invece uno Stato. I giovani avevano quattro possibilità: un lavoro nel settore privato sussidiato; un corso di formazione a tempo pieno; un lavoro nel servizio civile volontario (spesso nel settore dei servizi alla persona) o nelle enviroment task forces (per di più lavori manuali). Le ultime due opzioni riguardavano lavori nel settore pubblico o para-pubblico e hanno ottenuto risultati occupazionali negativi: i giovani hanno migliorato le loro opportunità di occupazione solo nel primo caso, i posti di lavoro nel settore privato.

Federico Monga

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