Il rinvio del voto sul sindaco e la «demagonia» di Napoli

di Federico Monga
Venerdì 5 Marzo 2021, 08:00
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Gentile direttore, dunque si va al rinvio delle elezioni amministrative, sia per la Regione Calabria - dove morì la presidente Santelli - sia a Milano, Napoli e Roma dove si tratta di scadenza naturale. A quanto pare il voto sarà ad ottobre, manca solo la decisione ufficiale. Se così fosse, e non potrebbe essere così visto che c’è una pandemia che non accenna a rallentare, ed andare con milioni di persone alle urne sarebbe un rischio troppo grande, mi chiedo cosa sarà della città di Napoli. Ormai da settimane il sindaco de Magistris era impegnato nella campagna elettorale in Calabria, dove intendeva candidarsi alla carica di governatore. Ora, con il rinvio, tornerà a «fare» il sindaco di Napoli? La città ha troppe emergenze per potersi concedere delle pause.

Luigi Russo
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Caro Luigi, la sua domanda (ora che le elezioni saranno rinviate ottobre de Magistris tornerà a «fare» il sindaco di Napoli?) sarebbe legittima, di buon senso e pure diffusa tra molti napoletani che hanno a cuore le sorti della città.

Uso il condizionale e non l’indicativo perché mi chiedo e le chiedo: ma da quanto tempo de Magistris non governa più l’amministrazione del Comune? Napoli cade a pezzi, non è più manutenuta dal Lungomare alle periferie. Trasporti e parchi sono allo sbando. Il consiglio comunale stenta a riunirsi, dopo l’accordo farsa con la complicità di Forza Italia in occasione del bilancio, per mancanza di numero legale e di fatto la maggioranza non esiste più da almeno un anno e mezzo. Nel frattempo de Magistris ha saltabeccato tra un talk show e una comparsata in radio sproloquiando sullo scibile umano dai migranti ai vaccini, dalla riforma della giustizia alla crisi di governo senza che nessuno mai gli chiedesse conto del suo mestiere, ovvero dello stato in cui sta lasciando Napoli. Ora è assente fisicamente da Napoli Calabria per la sua campagna elettorale in Calabria ma poco cambia rispetto al passato. Purtroppo, per Napoli, l’agonia si allunga. 

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