Gentile direttore, ancora una volta la Campania è maglia nera nella cultura. Il Censis anche quest’anno boccia le nostre Università posizionando agli ultimi posti in Italia Federico II e Orientale. Eppure questi “primati” passano nel silenzio generale delle istituzioni locali quasi che la cultura e l’istruzione fossero diventati degli optional dei quali si può tranquillamente fare a meno. Lei che ne pensa?
Delio Lomaglio
Caro Delio, è una vecchia questione. I punteggi della classifica Censis sulle università italiane sono influenzati soprattutto dai parametri sui servizi, le borse di studio, le strutture. Minor peso ha invece la qualità dell’insegnamento e della ricerca. In altre graduatorie, che utilizzano criteri diversi, infatti la Federico II guadagna migliori posizioni. Ciò non toglie che, nonostante gli sforzi e gli investimenti a San Giovanni a Teduccio e a Scampia, sulla qualità dei servizi allo studente a Napoli ci sia ancora davvero molto da fare. Le residenze universitarie, che però dipendono dalla Regione, le mense, le strutture sportive, la dispersione delle aule didattiche, la digitalizzazione dei servizi di segreteria sono ancora i troppi talloni d’Achille federiciani. Nell’ultimo decennio è stato fatto uno sforzo importante per il risanamento finanziario, riuscendo a mantenere in fascia alta l’offerta del corpo docente. La missione dei prossimi anni sarà quella di continuare a migliorare l’offerta extra-didattica che ha sempre più peso nelle scelte dei ragazzi.
Federico Monga