«Vandali alla scuola Madonna Assunta, nulla può giustificare tutto questo»

di Rosa Cassese
Giovedì 18 Luglio 2019, 19:50
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Caro direttore,
sono la dirigente scolastica dell’I.C. Madonna Assunta, scuola di nuova istituzione, dal primo settembre 2017. Quello della nostra scuola è stato un vero anno zero, senza alcun trasferimento di risorse, arredi e strumentazioni, né da parte della scuola cessata, né dal Comune di Napoli.

Insieme a tutto il personale della scuola, e con il generoso aiuto di molto genitori, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato per realizzare la progettualità dell’istituto, tra tradizione e innovazione, e promuovere iniziative che ne confermassero l’eccellenza, la sua didattica laboratoriale, il suo profilo inclusivo che ne fa meta di alunni da ogni parte della città per scelta culturale delle famiglie.

Dal 3 giugno siamo stati vittime di 6 furti. Un sinistro accanimento, vista la scarsità di beni ormai rimasti, la loro obsolescenza e il loro scarso valore economico.

Nel recente passato, dopo decine di richieste inevase al Comune di Napoli, intervistata da Repubblica in merito alle dichiarazioni del Ministro Bussetti sulle scuole del Sud, ho avuto modo di portare all’attenzione le condizioni nelle quali ci troviamo ad operare.

Il clamore della cronaca ha smosso il Comune che ha risposto ad alcune richieste.

Quando dal 3 giugno sono cominciati i furti, ho deciso, forse in maniera imprudente, di rivolgermi alla stampa per dare risalto a ciò che accadeva alla nostra scuola. Rendere note le vicende faceva da contraltare alla solitudine di chi, con scarsissime risorse economiche a disposizione, non poteva ricomprare la strumentazione informatica trafugata, ancor meno dotare la scuola di dispositivi di protezione passivi, né di allarme, né di videosorveglianza per metterla al riparo dai furti e dalle intrusioni. Tracce di sangue in un’aula di scuola dell’infanzia non sono un bel vedere. Il ricorso ai giornali mi è sembrata l’unica opportunità che avevo, visto che decine di comunicazioni istituzionali non avevano sortito effetti.

Ebbene, nell’ultima intervista a Repubblica, alla giornalista che sottolineava l’anomalia della situazione e l’accanimento contro la nostra scuola, chiedendomi: «Preside, avrà qualche sospetto, un’idea se la sarà fatta», ho risposto: in una scuola vi possono essere occasioni di conflitto con Enti, ditte, docenti, genitori, ma nulla che possa giustificare tutto questo.

Questa risposta, giustamente virgolettata, è stata colta e raccontata nell'articolo quale sentimento di persecuzione da parte di chi, invisa ad una minoranza di genitori e docenti, legge questi avvenimenti come iniziativa di questi ultimi «per esasperarla e costringerla ad andare via».

Nulla di tutto questo nelle mie parole e nei miei pensieri. Quel «nulla che possa giustificare tutto questo» stava proprio ad escludere ogni ipotesi di questo tipo. Impossibile per me immaginare un popolo di Medea che, per raggiungere il proprio obiettivo, leva la mano contro i propri figli.

La nostra scuola ha un solo nemico: chi la depreda e chi la vandalizza.

La nostra scuola ha un solo interlocutore istituzionale che possa dotarla degli arredi, strumentazioni e di sistemi di protezione di cui ha bisogno per garantire il diritto allo studio dei nostri bambini: il Comune di Napoli.

Ed è a quest’ultimo che mi sono rivolta e mi rivolgo affinché doti la scuola dell’essenziale per garantire il regolare corso delle attività scolastiche. Non posso che perseguire questa strada. Settembre è alle porte e sono certa che i genitori vorranno sostenere la scuola, facendo corpo unico, nel perseguimento del fine comune.
 
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