Andrea Delogu: «In Contrappasso svelo il mio lato più cupo. A 40 anni mi auguro di non diventare grande»

Contrappasso (HarperCollins Italia), primo romanzo di Andrea Delogu. Credit foto: Chiara Stampacchia
Contrappasso (HarperCollins Italia), primo romanzo di Andrea Delogu. Credit foto: Chiara Stampacchia
di Caterina Chiara Carpanè
Sabato 30 Aprile 2022, 12:51 - Ultimo agg. 12:52
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Conduttrice alla radio e in televisione, attrice, scrittrice «felicemente dislessica», Andrea Delogu esordisce nella narrativa con il suo primo romanzo Contrappasso (HarperCollins), un horror distopico che mescola un universo affascinante e spaventoso con una riflessione sul rapporto tra l'uomo e gli altri esseri viventi.

Andrea, da te che ti presenti sempre molto frizzante, forse il pubblico si aspettava un libro molto più leggero, magari un romanzo rosa!

«Mi rendo conto che chi mi conosce tramite la radio o la tv pensa che io sia soltanto un’esplosione di energia. In realtà la bellezza delle persone è che hanno tante sfaccettature: la mia parte cupa è presentissima, anzi senza questa parte problematica io non potrei avere lo slancio per poter far intrattenimento leggero. Essere bidimensionale è la mia più grande paura. E poi amo l'horror e il distopico da sempre, senza dimenticare che nel libro qualche battuta c'è!».

In Contrappasso, quando una persona uccide un animale, muore della sua stessa morte. Come è nata questa idea?

«Grazie a un pescivendolo nel primo lockdown. Quando stati riaperti i mercati, dopo settimane di surgelati, sono corsa a prendere il primo pesce che c’era. Erano rimaste solo le cicale di mare, descritte come "freschissime". A casa, quando le ho rovesciate nella pentola hanno cominciato a muoversi perché erano ancora vive. Ho cominciato a soffrire, a urlare, anche stupidamente. Questa mia ipocrisia mi ha colpita molto e mi ha portato a scrivere le prime 30 pagine di getto quella stessa sera.

Con l'idea del contrappasso mi sono chiesta:senza sfruttare nessun essere vivente noi riusciremmo a vivere?»

Sei rimasta sconvolta da quei crostacei ancora vivi nella pentola, ti sei posta domanda, ma non sei vegana.

«Vorrei dire che lo sono, però non è così. È vero, mangio etico, ma sono ancora schiava di un’ipocrisia che non riesce a portarmi a questa decisione. Stimo molto chi, come mia sorella, ha questa forza di volontà».

I lettori potranno contare su un sequel del romanzo?

«Sicuramente ci sarà un seguito, ho volutamente lasciato delle cose, in sospeso. Devo avere del tempo perché questo libro arriva da una gestazione di due anni e tanta sofferenza: voglio anche il secondo sia fatto per bene».

Inventare un mondo completamente altro non è semplice.

«Per questo libro ho fatto un lavoro pazzesco sul world building, sulla creazione del suo universo. Per una che ama il distopico sbagliare quello sarebbe stato come insultare tutti quelli che amano questo genere».

Andrea, tu ti occupi spesso di musica, lo hai fatto di recente su Raidue con la trasmissione Tonica. Qual è la colonna sonora del romanzo?

Nel libro ci sono molte citazioni musicali, quindi direi una colonna sonora senza età che di sicuro include Bruce Springsteen, lo metto in tutti i libri che faccio».

Vedremo Contrappasso sullo schermo?

«Ci sono tre proposte molto interessanti di richiesta di acquisto dei diritti di questo libro per farne una serie. Il mio agente dice che non dovrei dirlo prima di firmare, ma io penso che se poi non succede, almeno me ne sto vantando adesso».

Questo esordio nella narrativa arriva dopo La Collina (Fandango Libri), in cui racconti la tua infanzia a San Patrignano, e Dove escono le parole (Rai Eri) sulla tua esperienza con la dislessia. La te diciassettenne che faticava a leggere e scrivere avrebbe mai immaginato di arrivare a scrivere non uno ma tre libri?

«No! Non amavo leggere perché per me era uno sforzo enorme, poi ho scoperto di essere dislessica, ho trovato un metodo e il mio mondo è cambiato. Ho capito che non sempre rimaniamo quello che crediamo di essere, ci evolviamo. Adesso amo leggere, amo scrivere e le idee le ho sempre avute solo che prima le raccontavo».

Sei decisamente poliedrica. Cosa ti danno la radio e la televisione?

«La radio mi dà la sanità mentale, mi tiene con i piedi per terra: per me è molto importante perché la televisione ti fa credere di essere più di quello che sei. La radio ti fa entrare nella testa delle persone che ti costringono a essere sempre sul pezzo, anzi sei tu a doverli convicere a seguirti. La televisione è la cosa che so fare, la amo follemente: sono cresciuta con la tv e ho imparato bene a parlare l’italiano proprio grazie al piccolo schermo».

Cos'è invece per te la scrittura?

«Scrivere è terapia. Il primo libro (La Collina, NdR) l’ho scritto per necessità di sopravvivenza con me stessa perché non potevo tenere dentro un peso tale. Il secondo libro doveva essere un piccolo manuale sulla dislessia che inaspettatamente adesso è consigliato nelle scuole. Contrappasso è nato in un lockdown in cui è cambiata totalmente la mia vita (Andrea Delogu si è separata dal marito, l'attore Francesco Montanari, Ndr)».

E poi sei un'attrice.

«Ho studiato teatro per tanto tempo ma non l’ho mai voluto fare come lavoro perché ti porta via pezzettini di anima. Tuttavia è qualcosa con cui mi voglio confrontare perché è divertente staccare il tuo io gigante e fare entrare qualcos'altro. Vediamo che succede».

Tra meno di un mese, il 23 maggio, compirai 40 anni. Cosa ti porti con te di questi primi quattro decenni?

«La figata di aver fatto tutto quello che ho fatto. Sono molto soddisfatta delle mie cavolate e molto fiera delle cose che ho ottenuto: anche quelle piccole mi hanno reso quella che sono».

Che obiettivi ti dai per il futuro?

«Non diventare grande, magari  più coscienziosa ma non grande».

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