Laura Chiatti: «Sognavo di fare la parrucchiera, un regista mi scaricò perchè mi presentai con la tuta»

Laura Chiatti si racconta a pochi giorni dall'uscita del film La Caccia, firmato dal marito Marco Bocci, in cui interpreta Silvia, una tossicodipendente

Laura Chiatti: «Sognavo di fare la parrucchiera, un regista mi scaricò perchè mi presentai con la tuta»
Laura Chiatti: «Sognavo di fare la parrucchiera, un regista mi scaricò perchè mi presentai con la tuta»
Domenica 30 Aprile 2023, 17:23 - Ultimo agg. 19:39
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Da ragazzina cantava alle sagre, ma il suo sogno era fare la parrucchiera. Laura Chiatti si racconta a pochi giorni dall'uscita del film La Caccia, firmato dal marito Marco Bocci, in cui interpreta Silvia, una tossicodipendente. «È un ruolo a cui sono legata perché in genere mi chiamano per commedie romantiche, dove sono o fatalona o leggerina, e non si guarda mai l’oltre. Invece Marco col mio oltre, con l’aspetto più nero e intimista, ci vive ogni giorno. Ho sempre cercato di camuffare la mia inquietudine», racconta al Corriere della Sera.

Laura Chiatti, attrice libera

E invece com'è Laura nella realtà? «Vivo tra lacune, rimpianti, insicurezze.

Conosco i miei limiti. L’inglese, per dirne uno, lo capisco ma non lo parlo bene, sono pigra, ho dovuto rinunciare a film importanti, anche se quando Sofia Coppola mi prese per Somewhere, con cui vinse a Venezia, imparai la parte tre mesi prima». Altri ruoli sono saltati per il suo modo di essere. «Non vado dietro al gregge. E non è un vantaggio. Ho perso incontri, possibilità, film. Sono nata libera e indipendente».

«Non dirò il nome - racconta - ma un regista molto importante, per un film molto importante, mi fece un provino e mi prese. Al secondo provino mi presentai come sono io, con la tuta e le pinze per fermare i capelli. Mi disse che ci aveva ripensato, avevo un’aria troppo leggera e spensierata per quel ruolo drammatico. Lì mi arrabbiai e gliene dissi di tutti i colori». Tra la famiglia e il cinema, «sceglie la famiglia», tanto che ha «appena rinunciato a una serie in Trentino che mi avrebbe portato via sei mesi da casa».

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