Bianca Balti e lo sfogo in aeroporto a Los Angeles: «Ragazze italiane cafone, distruggono per sentirsi migliori»

E poi ammette: «Anche io lo facevo perché sono cresciuta pensando fosse normale. Ma lo sto disimparando. Disimparatelo! È proprio un brutto vizio, fa male»

Bianca Balti e lo sfogo in aeroporto a Los Angeles: «Ragazze italiane cafone»
Bianca Balti e lo sfogo in aeroporto a Los Angeles: «Ragazze italiane cafone»
Sabato 18 Febbraio 2023, 17:12 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 14:08
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Un commento stizzito su un gruppo di connazionali incontrate in aeroporto e postato in una story di Instagram da Bianca Balti non sta passando inosservato. Ma cosa è successo? È la super modella a raccontare l'espisodio che l'ha fatta arrabbiare e le ha strappato una frase sulla «cafonaggine italiana» che ha raggiunto i suoi 1,3 milioni di follower. Ma a chi si riferiva e perché?

Balti si trovava negli Stati Uniti, dove vive da tempo. Era all'aeroporto di Los Angeles aspettando il suo volo per Londra e pare che un gruppo di ragazze italiane si siano messe a commentare (a voce alta?) l'aspetto della modella. Lei è rimasta malissimo e ci ha tenuto a informare le persone che la seguono su Instagram, così ha scritto: «Sono in coda all’aeroporto e un gruppo di cafone Italiane commentano tra di loro la mia apparenza. Mi chiedo se sia una cosa prettamente italiana la cafonaggine».

Sì, ha dato loro delle cafone e ha detto che a Los Angeles persone che commentano in questo modo l'apparenza fisica non se ne trovano. Per chi legge da Marte: Bianca Balti è una modella apprezzata in tutto il mondo, ed è ovviamente bellissima. Incontrarla in aeroporto non è come incontrarla in passerella: questo è l'assunto ovvio per lei, non tanto il fatto che sia percepita universalmente come molto bella. Balti stava per salire sull'aereo ed era vestita casual, con un outfit molto comodo, diverso da quello delle sfilate e degli shooting fotografici. Essere belle? Che fatica, dunque. La bellezza è un lavoro?  Ma c'è anche chi ha risolto il dilemma

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 E così si è infastidita e ha voluto comunicarlo. Ma c'è di più. Balti imputa alle viaggiatrici che l'hanno riconosciuta (in virtù della sua bellezza?) di averla voluta «distruggere» per sentirsi meglio.

Tradotto: vedere una top model vestita casual dà probabilmente la sensazione di non essere costrette a essere sempre al top e quindi ci si lascia andare a commenti sprezzanti come quelle di queste ragazze. Ma cosa hanno detto? Balti scrive che avrebbero detto «Beh insomma...», «Io mi aspettavo... ». Le donne, insomma, avrebbero insinuato che dal vivo la Balti non era questa bellezza da copertina, che si aspettavano fosse molto più affascinante e conturbante. 

Ma attenzione, Balti conclude la sua story dicendo... che lo faceva anche lei. Anche a lei, cioè, è capitato di fare commenti sulla presunta bellezza mancata (se vista da vicino). «Anche io lo facevo perché sono cresciuta pensando fosse normale. Ma lo sto disimparando. Disimparatelo! È proprio un brutto vizio, fa male», ha scritto. Sta dicendo a quelle ragazze che le capisce, che lo faceva anche lei, ma allo stesso tempo che non lo accetta e secondo lei non si dovrebbe fare. Anzi, lei dice che non lo fa proprio più. 

La modella condivide molti aspetti della sua vita privata sui social. Anche quelli più difficili, come la mastectomia. Poche settimane fa aveva girato un video in cui piangeva terrorrizzata per una chiamata ricevuta dalla scuola della sua bambina, Mia di 7 anni. «Mi hanno detto che è dovuta intervenire la polizia. Il mio cuore si è fermato», ha detto in lacrime. Anche lì si poteva vedere una Bianca Balti molto diversa dalle sembianze della passerella. 

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Un mese fa Bianca Balti durante un podcast ha confessato dei momenti della sua vita particolari, in cui non è apparsa e non è stata perfetta (come in passerella). Ha parlato di quando ha lasciato la sua città natale, Lodi, e si è trasferita a Milano per finire nel vortice di «una vita disfunzionale». Un altro tentativo di offrire, volutamente, un'identità fragile, irregolare, lontana dalle sue (bellissime) sembianze che riconoscono ovunque. Anche in aeroporto. 

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