Ghosting, orbiting e benching: i comportamenti disfunzionali del dating contemporaneo

«Non dare a una persona che abbiamo frequentato o amato la spiegazione del perché non si voglia stare più insieme, non permette di processare la fine e si verifica quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio lutto»

Ghosting, orbiting e benching: i comportamenti disfunzionali del dating contemporaneo
di Roberta Avallone
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 10:17
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Tagliare improvvisamente ogni contatto e sparire, comunicare in modo ambiguo, essere presenti ma in modo altalenante, sono queste alcune delle tendenze relazionali disfunzionali più diffuse anche note come ghosting, orbiting e benching, che trovano nei social un alleato e un terreno fertile dove svilupparsi. Ma cosa spinge una persona ad agire in questo modo?

«Sebbene ogni caso sia a sé stante - afferma Giulia Giorgi, psicoterapeuta cognitivo comportamentale -, è possibile trovare dei punti comuni per le persone che agiscono queste modalità relazionali disfunzionali. Spesso sono delle personalità con tratti di tipo narcisistico, manipolatorio o passivo aggressivo, che nella loro storia di vita e di attaccamento familiare hanno subito degli abbandoni o dei traumi relazionali più o meno intensi. Oppure ancora si tratta di persone poche empatiche che non hanno nutrito una rete relazionale nel corso della loro infanzia e adolescenza e che per questo hanno diffidenza nei confronti delle relazioni più o meno intime. Quello che succede per queste persone è che quando si innamorano e si legano a qualcuno danno per scontato che questa storia finirà e quindi prima di essere loro stessi feriti, decidono di lasciare. Tuttavia lo fanno in una modalità che non è funzionale». 

Chi “ghosta”, infatti sparisce senza preavviso da un momento all'altro, come un fantasma (proprio da qui il termine ghosting). La persona taglia qualsiasi tipo di contatto, arrivando anche a bloccare, oltre ai social, anche il numero di telefono dell'altra persona, per evitare di dare spiegazioni circa la sua scomparsa. L'orbiting e il benching sono pratiche che differiscono dalla prima poiché non si ha una sparizione potremmo dire tout court. In entrambi i casi si manifesta nella persona la volontà di interrompere la relazione, ma nel primo caso si orbita, appunto, attorno alla stessa, facendole credere che possa esserci ancora un minimo di interesse, mentre nel secondo la si lascia in stand-by per alcuni giorni, se non settimane, senza rispondere alle chiamate, per poi ritornare a manifestare un presunto interesse. La persona è messa in panchina, come dice il termine, e quando serve è a portata di mano

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«Non dare a una persona che abbiamo frequentato o amato la spiegazione del perché non si voglia stare più insieme, non permette di processare la fine e si verifica quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio lutto», continua Giorgi.

«Il fatto di essere sempre connessi - aggiunge Giorgi -, di vivere in un mondo molto social in cui WhatsApp è diventato una modalità relazionale preponderante, non aiuta e non limita l'agire di queste modalità relazionali, anzi le intensifica e agevola. Per una persona che vuole abbandonare l'altra senza nessuna spiegazione e che soprattutto non vuole assumersi la responsabilità di dire di persona come stanno le cose, i social assolvono perfettamente alla funzione. Di conseguenza le persone che sono vittime di queste modalità relazionali, a causa dei social, soffrono ancora di più. Proprio per questo è importante passare del tempo a capire come gestire i profili social, a come interpretare le mosse dell'altro e a quanto peso dare a tutte queste azioni, perché in realtà il messaggio da parte dell'altro è chiaro se sparisce da un momento all'altro: non è interessato e il rischio di perderci non lo spaventa, inoltre l'altro non è preoccupato della nostra sofferenza.

Le persone che attuano questi tipi di comportamenti hanno bisogno di essere aiutate, ma spesso non lo riconoscono e trovano online la modalità perfetta per scappare più velocemente e per non assumersi responsabilità».

L'essere vittima di ghosting, orbiting o benching può sviluppare delle dinamiche disfunzionali che si traducono in disturbi d'ansia oppure pensieri intrusivi e ossessivi nei confronti dell'altra persona. «In un percorso psicologico di supporto per le vittime di ghosting, ad esempio, è fondamentale ripercorrere alcune parti della relazione conclusa per individuare i campanelli d'allarme che sicuramente la vittima aveva riconosciuto ma a cui non aveva dato peso, in quanto presi dal trasporto e dall'entusiasmo di stare bene in una relazione. L'importante è riconoscere i propri bisogni e riconoscere a se stessi che se non qualcosa non va bene, si ha tutto il diritto di farlo capire all'altro, che se vorrà ascoltare e vorrà cambiare, sarà la persona giusta e al contrario non lo sarà. Il suggerimento è quindi quello di lavorare sui sensi di colpa, sulle ossessioni e allenarsi con degli esercizi mirati, praticando ad esempio il no-contact, quindi il cercare di non guardare i profili social se abbiamo ancora qualche contatto con l'altro». 

«È importante a mio avviso lavorare anche sul senso di autostima perché una persona che ha subito una di queste modalità relazionali, magari riattiva dentro di sé dei vissuti di bassa autostima e l'idea di non piacere o di non trovare in futuro una persona che non li ferirà. C'è quindi un lavoro importante di valorizzazione di se stessi e delle proprie competenze. Bisogna inoltre comprendere che può succedere di incappare in queste situazioni senza addossarsi la colpa e senza pensare di essere sbagliati», conclude Giorgi.

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