Giovanna Mezzogiorno è madre di due gemelli, Leone e Zeno, 12 anni, nati e cresciuti a Torino. «Mai avuto una babysitter fissa: un po’ estrema come cosa. Ma non c’è stato nessun ideologismo isterico in questo: semplicemente c’eravamo noi e potevamo occuparcene noi», racconta l'attrice al Corriere della Sera. A quasi 12 anni non sanno cosa sia il cellulare. «Lo avranno quando cominceranno a uscire da soli, l’arnese infernale. Per ora non lo fanno, quindi io e il loro papà non vediamo un motivo al mondo per cui dovrebbero averlo. Non lo chiedono, sa. Sebbene tutti i loro compagni ce l’abbiano, alcuni già dalle elementari. Finora li abbiamo protetti ma senza metterli sotto una campana di vetro. Sono andati sempre alla scuola pubblica, dalla materna alle medie».
La sorella
Giovanna ha una sorella, Marina, di 15 anni più giovane. «Ora vive anche lei in Italia ed è la mia migliore amica.
Adozioni e razzismo
«Tutto ciò che riguarda il mondo dell’infanzia mi lascia senza parole e andrebbe rivisto - afferma - Non solo per dare la possibilità a coppie omosessuali di avere e adottare figli con gli stessi identici diritti delle coppie eterosessuali. Trovo anche scandalosa la fatica che devono fare le coppie eterosessuali per adottare. In un mondo con milioni di bambini che hanno un bisogno incredibile di famiglia. Ci sono coppie che si arrendono a queste difficoltà. Folle, uno scandalo mondiale. Nella maggioranza della popolazione siamo un Paese chiuso, sì. Conservatore e... la dico la parola? Purtroppo va detta: un pochino razzista. Non nel senso stretto del colore della pelle ma nell’atteggiamento verso l’omosessualità, verso chi la pensa diversamente, verso chi è lontano dalla cultura tradizionale cattolica. Io ai miei figli non ho trasmesso valori cattolici ma valori umani».
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