Giovanna Mezzogiorno: «Mia sorella cresciuta da due donne gay. I figli? A 12 anni non sanno cosa sia un cellulare»

L'attrice: "L'italia è un paese un po' razzista verso l’omosessualità, verso chi la pensa diversamente"

Giovanna Mezzogiorno: «Mia sorella cresciuta da due donne gay. I figli? A 12 anni non sanno cosa sia un cellulare»
Giovanna Mezzogiorno: «Mia sorella cresciuta da due donne gay. I figli? A 12 anni non sanno cosa sia un cellulare»
Mercoledì 12 Aprile 2023, 09:15 - Ultimo agg. 14 Aprile, 16:32
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Giovanna Mezzogiorno è madre di due gemelli, Leone e Zeno, 12 anni, nati e cresciuti a Torino. «Mai avuto una babysitter fissa: un po’ estrema come cosa. Ma non c’è stato nessun ideologismo isterico in questo: semplicemente c’eravamo noi e potevamo occuparcene noi», racconta l'attrice al Corriere della Sera. A quasi 12 anni non sanno cosa sia il cellulare. «Lo avranno quando cominceranno a uscire da soli, l’arnese infernale. Per ora non lo fanno, quindi io e il loro papà non vediamo un motivo al mondo per cui dovrebbero averlo. Non lo chiedono, sa. Sebbene tutti i loro compagni ce l’abbiano, alcuni già dalle elementari. Finora li abbiamo protetti ma senza metterli sotto una campana di vetro. Sono andati sempre alla scuola pubblica, dalla materna alle medie».

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La sorella

Giovanna ha una sorella, Marina, di 15 anni più giovane. «Ora vive anche lei in Italia ed è la mia migliore amica.

Ci vediamo spesso, conosce i miei bambini. È figlia di una donna americana che ebbe una relazione con mio padre negli Usa a fine Anni 80. Andava e veniva dall’Italia già da piccola, la portava la nonna a trovare suo papà Vittorio. Bene, la mamma di mia sorella è bisessuale, si chiama Donna. Poco dopo la sua nascita ha vissuto in coppia per tantissimi anni con Jane, che io ho conosciuto. Dunque mia sorella è stata educata e formata da una coppia gay. Marina è nata a Los Angeles, poi Donna e Jane si sono spostate a Seattle e lì lei è cresciuta in una famiglia perfettamente armonica, senza nessuna mancanza, con un’educazione rigorosa: Jane era una bella tosta. Marina poi è andata via di casa a 14 anni per frequentare il college sull’altra costa. Lì si usa così».

 

Adozioni e razzismo


«Tutto ciò che riguarda il mondo dell’infanzia mi lascia senza parole e andrebbe rivisto - afferma -  Non solo per dare la possibilità a coppie omosessuali di avere e adottare figli con gli stessi identici diritti delle coppie eterosessuali. Trovo anche scandalosa la fatica che devono fare le coppie eterosessuali per adottare. In un mondo con milioni di bambini che hanno un bisogno incredibile di famiglia. Ci sono coppie che si arrendono a queste difficoltà. Folle, uno scandalo mondiale. Nella maggioranza della popolazione siamo un Paese chiuso, sì. Conservatore e... la dico la parola? Purtroppo va detta: un pochino razzista. Non nel senso stretto del colore della pelle ma nell’atteggiamento verso l’omosessualità, verso chi la pensa diversamente, verso chi è lontano dalla cultura tradizionale cattolica. Io ai miei figli non ho trasmesso valori cattolici ma valori umani».

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