Figlia realizza i 60 desideri del padre morto giovane, dal salto con il paracadute all’incontro con il presidente Carter

La lista ritrovata nel 2016, a 13 anni dalla sua scomparsa. La figlia ce ne ha messi cinque per ultimare la missione

Figlia realizza i 60 desideri del padre morto giovane, dal salto con il paracadute all’incontro con il presidente Carter
Martedì 24 Gennaio 2023, 11:38 - Ultimo agg. 11:59
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 «Mio padre credeva che la vita è fatta di piccole cose», e la lista di desideri che Mick Carney stilo' nel 1978, l’anno in cui nacque sua figlia Laura, ne contiene sessanta, perdibili o imperdibili poco importa. Assistere a una finale di baseball, buttarsi con il paracadute (con l’istruttore), visitare Parigi, incontrare il presidente Jimmy Carter. Tutti desideri  che Mick, investito e ucciso da un'auto nel 2003 a 54 anni a Limerick, non ha potuto realizzare. E allora ci ha pensato Laura. Quel che non ha avuto bisogno di realizzare però è il primo desiderio della «Lista del Padre» (che diventerà un libro in uscita a luglio) «perché ci aveva già pensato lui»: essere un bravo papà.

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La lista di papà

«Far crescere un’anguria». «Parlare con il Presidente». «Guidare una Corvette».

E poi ancora: visitare l’Europa, attraversare un fiume a nuoto, avere una corrispondenza con il Papa. Erano questi i desideri che Mick, venditore della Pennsylvania, aveva appuntato su tre fogli di taccuino a ganci, con i circoletti su ogni numerino.

L’incidente 


Quando Mick muore nel 2003, un diciassettenne lo mette sotto passando con il rosso mentre guarda il telefonino, nessuno in famiglia ha mai sentito parlare della «lista di papà». La figlia Laura ha 25 anni e sente il bisogno di battersi per le vittime morte sulla strada. E così farà, impegnandosi nell’associazionismo, negli anni successivi. Ne passano 13 prima che un giorno il fratello, David, le mostri che cosa ha trovato tra i vecchi scatoloni dopo un trasloco.

Il tesoro


Dentro un borsello di pelle, tra un anello e altri oggettini, ci sono quei tre fogli di blocco spiegazzati. C’è la calligrafia di suo padre e «il tesoro» di quei sessanta desideri formulati nell’anno in cui lei nacque.
È una folgorazione. «Guardai mio marito — racconta Laura al Washington Post — e senza dirci una parola entrambi abbiamo pensato la stessa cosa: quella lista dovevo completarla io».

Il viaggio


Il viaggio dei desideri è durato cinque anni, complice la pandemia che ha rallentato tutto. Qualche volta è stato il marito ad accompagnarla, ogni tanto il fratello e la mamma, mentre lei sentiva «strati di dolore a poco a poco venir via» come un blocco che si sfalda. L’ultimo strato, l’ultimo desiderio l’ha realizzato il 27 dicembre: incidere cinque canzoni. I brani che suo padre amava, compreso «Good night» dei Beatles. Il desiderio impossibile, «cantare al matrimonio di mia figlia», Laura l’ha compiuto in maniera creativa. «Abbiamo stappato una bottiglia di meraviglioso cabernet che papà aveva comprato nel 1978, lasciando una scritta sull’etichetta: “Da bere alle nozze di Laura”. E vi assicuro che in quel momento le nostre pance cantavano con lui».

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