Nina Corradini, la denuncia che scuote la ginnastica: «Insultata dalla mia allenatrice se non dimagrivo»

Nina Corradini, la denuncia che scuote la ginnastica: «Insultata dalla mia allenatrice se non dimagrivo»
Nina Corradini, la denuncia che scuote la ginnastica: «Insultata dalla mia allenatrice se non dimagrivo»
Domenica 30 Ottobre 2022, 17:41 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 22:11
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Nina Corradini racconta il durissimo mondo della ginnastica fatto di sacrifici ma anche di vessazioni e insulti ricevuti dalla propria insegnante. Non è una storia abusi come quella dell'atleta statunitense Simone Biles ma è un racconto-confessione pieno di dolore, molto simile a quel che ha detto la ballerina della Scala di Milano Mariafrancesca Garritano, quando ha deciso - anche lei - di abbandonare la ginnastica ritmica. Corradini ricorda che la propria maestra la scuoteva davanti a tutti con frasi così: «Vergognati», «Mangia di meno», «Come fai a vederti allo specchio?», «Ma davvero riesci a guardarti?».

Umiliazioni costanti che servivano a temprarla, secondo chi le ha pronunciate. Ma l'hanno solo fatta soffrire, in realtà. Oggi riguarda a quelle parole cercando un equilibrio dentro sé, segue una psicoterapia ma soprattutto vuole parlare pubblicamente. Vuole dire che per quasi due anni, tutti i giorni, lei, Nina Corradini, 19 anni di Roma, la promessa delle Farfalle, subiva questo. Oggi lo ha confessato per la prima volta in un'intervista a Repubblica. Oggi che è ormai una ex ginnasta.

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Accadeva «in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice. Cercavo di mettermi in ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra», ha detto.  «Me lo ricordo il giorno in cui ho trovato la forza di andare via, era il 14 giugno 2021. Avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi precedenti a desiderare di scappare da lì. Ora voglio informare e proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà». 

La realtà della determinazione, dell'esercizio costante che poi però a un certo punto si confonde con l'autolesionismo.

Nina ha raccontato che assumeva lassativi per non aumentare di peso e mangiare sempre meno. Che non riusciva a parlare con la sua famiglia di questo disagio che la divorava ogni giorno di più ma che lei, forse, riteneva gestibile. Eppure si rendeva conto che qualcosa non andava: le era capitato di svenire a colazione una volta. Non era perfetta, le facevano capire. Anzi, non risultava perfetta. Ma agli occhi di chi? 

Agli occhi delle istruttrici per cui le linee della bilancia valgono più di tutto. Lei si impegnava ma il suo peso non era quello giudicato accettabile per la sua istruttrice che annotava in un quadernino, ogni giorno, il peso delle ginanste. «Mangiavo anche sempre meno ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane».

Dopo essersi trasferita con le Farfalle a Cesano Maderno, gli allenamenti erano sempre più impegnativi: otto ore al giorno. Vita regolare, apparentemente. Il corpo esegue ma la mente scivola via e si perde dietro calcoli astrusi: «Avevo imparato che di notte perdevo 3 etti e che un bicchiere d'acqua ne pesava 2».

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E in quel momento ha capito che quella vita non era fatta per lei: «Per le allenatrici ero solo una pedina, non c'era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi. Io pesavo sui 55 chili ma l'allenatrice aveva sempre da ridire. Il cibo era diventato un incubo, pensavo alle conseguenze del mangiare determinati alimenti»

Poi ha detto: «Basta». La farfalla si è fermata, è volata via perché ha deciso che poteva e voleva diventare altro che non comportasse quella routine, quella gabbia, quegli insulti e quella sofferenza. «Sul treno mi sono sentita sollevata. Durante il mio periodo in squadra non ho mai parlato dei problemi con i miei genitori, neanche con le compagne: la competizione era molto alta, era più forte dell'amicizia. Inoltre credevo che loro stessero bene, mi sentivo quasi in colpa a stare male. Non è stato facile raccontare a loro quanto accaduto e i reali motivi che c'erano dietro la mia decisione di abbandonare la ginnastica ritmica. Gliene ho parlato separatamente: mamma si è messa a piangere in un ristorante, papà invece si è arrabbiato tanto con le allenatrici. Anche perché ero minorenne».

Nina ha vinto una medaglia d'argento a Budapest nel 2017. Ha partecipato al Grand Prix di Mosca, arrivando quinta. Al Grand Prix di Kiev conquista una medaglia d'oro alle dieci clavette. A Pesaro arriva seconda nell'all-around e quinta nella finale. A Sofia sale sul terzo gradino del podio. Nel 2018 vince l'oro all-around, e lo stesso anno diventa campionessa nazionale. Al Luxembourg Trophy arriva prima al cerchio e quinta al nastro. 

Ora studia Scienze della Comunicazione e ha deciso di condividere la sua esperienza. 

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