Lo sfogo della contessa Olimpia: «Meno presenze in casa Leopardi, il Green pass penalizza la cultura»

La contessa Olimpia Leopardi
La contessa Olimpia Leopardi
di Giulia Sancricca
Sabato 14 Agosto 2021, 05:35
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RECANATI - «Non è l’estate dello scorso anno». Si può riassumere così il pensiero di Olimpia Leopardi sui dati delle visite di questi giorni che hanno subito «un calo importante» anche per via delle restrizioni anti-Covid. Lo spiega lei stessa: «Credo - dice - che lo scorso anno c’erano un grande entusiasmo e desiderio di uscire. La riapertura dopo il lockdown ci aveva agevolato, mentre ora le difficoltà del 2020 si sono sommate a quelle del 2021 e qualche problema in più, anche economico, c’è stato». 

 

A questo però si aggiunge la richiesta del Green pass che, secondo la contessa Leopardi inciderebbe sul numero di visite: «Molte famiglie hanno alcuni componenti non vaccinati e preferiscono non muoversi - spiega -. Questo ci penalizza. Per il resto, la tipologia del turista è sempre la stessa: forse qualche straniero in più e molti giovani». Le modalità di fruizione del museo, però, sono diverse dagli altri siti turistici, tanto che le prenotazioni non avvengono con largo anticipo, dunque è possibile che anche questa estate, alla fine, registri numeri positivi: «Per le prossime settimane non ci sono molte prenotazioni - annuncia -, ma da noi difficilmente c’è richiesta in anticipo». Un bilancio che dipende quindi da una serie di fattori: «Se dipendesse solo dai visitatori credo che anche quest’anno ci sarebbe il boom del turismo italiano - ammette -, ma le restrizioni frenano le persone che vogliono muoversi».

Chiara la posizione della Leopardi in merito alle norme richieste per il settore culturale: «Hanno imposto il Green pass nel pieno della stagione turistica - dice -, con pochissimo preavviso.

I musei, tra l’altro, sono luoghi in cui non si creano assembramenti, si adottano tutte le precauzioni necessarie e non si tocca nulla. Non comprendo il motivo per cui la certificazione venga richiesta per luoghi come questo, mentre non sia necessaria per i supermercati. Non credo che nei musei il rischio di contagio sia maggiore. Pur essendo assolutamente favorevole al vaccino - ammette - trovo che, da quando la norma è stata annunciata, non ci sia stato il tempo fisico per permettere alle persone di vaccinarsi. Se la situazione è molto grave allora bisogna chiudere tutto, altrimenti non è giusto colpevolizzare la cultura».

Un settore, secondo Olimpia Leopardi, che non ha avuto la giusta attenzione: «Non abbiamo mai dato alcun problema; non ho mai sentito di focolai nati nei musei. Credo, anzi, che siano stati un esempio virtuoso. Avrebbero potuto trattarci diversamente». 

Casa Leopardi continua però ad investire e mettere in atto nuove modalità di visita anche sulla scia della richiesta del pubblico: «Abbiamo deciso di dedicare la mattina alla visita completamente guidata di 40 minuti, a cui si aggiunge la visita libera al museo; nel pomeriggio, invece, con il prezzo dimezzato, è possibile fare una visita libera seguendo una brochure che lasciamo al visitatore. Molti lo hanno preferito - ammette - mentre per noi è una novità. In questo modo - conclude - abbiamo accontentato un pubblico diverso».
 

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