Addio a Gualtiero Marchesi, il papà della nuova cucina italiana

Addio a Gualtiero Marchesi, il papà della nuova cucina italiana
Martedì 26 Dicembre 2017, 19:18 - Ultimo agg. 27 Dicembre, 14:30
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È morto a Milano Gualtiero Marchesi, chef italiano tra i più famosi al mondo, unanimemente considerato il fondatore della «nuova cucina italiana». Lo si apprende da fonti vicine alla famiglia. Aveva 87 anni.

Titolare del ristorante «Il Marchesino», aveva ricevuto numerosi riconoscimenti e onorificenze. Il decano degli chef aveva lasciato nell'ottobre scorso il rettorato di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana dove si insegna il mestiere del cuoco e del pasticcere.

Nato a Milano da una famiglia di ristoratori di San Zenone al Po, fondò il suo primo ristorante nel 1977, ottenendo subito il riconoscimento della stella dalla Guida Michelin. Tra i suoi allievi Carlo Cracco, Ernst Knam, Antonio Poli, Davide Oldani e Daniel Canzian, l’unico ad aver coperto anche il ruolo di executive chef del Gruppo Marchesi.

Nel giugno 2006 fondò ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede a Colorno: ne fu rettore fino al settembre 2017, quando è entrato nella Presidenza del Comitato Scientifico. Ha fondato anche la Italian Culinary Academy a New York. 

Tra i suoi piatti più citati e imitati il risotto allo zafferano con foglia d'oro.

Marchesi si è spento nella sua casa milanese circondato dai suoi familiari. La data dei funerali sarà comunicata mercoledì pomeriggio. «La cucina italiana - scrive l'editore Cinquesensi - saluta l'uomo di cultura, l'imprenditore, il cuoco, uno spirito libero, arguto e coraggioso, ma continuerà a fare riferimento al Maestro dei maestri, che ha cambiato radicalmente la tradizione culinaria del nostro Paese. La sua cucina, basata sulla materia, l'essenzialità e l'eleganza resta un termine di paragone per il passato e un esempio per i futuri cuochi». Il prossimo 19 marzo, giorno della sua nascita, sarà presentato il film sulla sua vita: "Gualtiero Marchesi: The Great Italian".

«Due aggettivi si rincorrono nel tentativo di avvicinarsi il più possibile all'idea e alla realtà della cucina di Gualtiero Marchesi - si legge sul sito dello chef alla voce filosofia - cucina totale e cucina ri-creativa. Totale, perché la cucina è cibo, ma anche e soprattutto imbandigione, la capacità cioè di curare la messa in scena della materia» e «ricreativa» perché «una cucina ricreativa si rinnova, non si arrende all'evidenza delle mode o degli interessi costituiti, ma ricrea, vivifica un desiderio di semplicità e di bontà, scaturito dal fatto che il cibo ci sostiene e ci dà piacere. In altre parole ci ricrea, quotidianamente, più volte al giorno».

Nato a Milano nel 1930, Marchesi ha il primo approccio con la gastronomia ancora giovanissimo, nella cucina dell'albergo «Mercato» di proprietà dei genitori. La sua formazione professionale inizia al Kulm di St. Moritz e alla scuola alberghiera di Lucerna in Svizzera. Tornato in Italia lavora all'albergo «Mercato» dove propone una cucina d'avanguardia che attinge ai testi classici. Successivamente perfeziona le sue tecniche in alcuni dei migliori ristoranti francesi quali il «Ledoyen» a Parigi, «Le Chapeau Rouge» a Digione e il ristorante dei fratelli Troisgros a Roanne. Tornato in Italia nel 1977, inaugura a Milano il suo ristorante di via Bonvesin de la Riva riscuotendo un immediato successo: una stella della guida Michelin, due stelle nel 1978. Le migliori guide lo propongono ai vertici della ristorazione e nel 1985 la Michelin, per la prima volta in Italia, attribuisce al suo ristorante le tre stelle. 

È nell'arco degli anni Ottanta che esplode tutta la creatività di Marchesi. Nessun ambito è escluso: dalle pentole ai piatti, alle posate, ai bicchieri, alle tovaglie fino a progettare e a realizzare una cucina avveniristica. Si afferma il progetto di una cucina totale, modellata sul contenuto e il contenitore, il cibo, la tavola e il servizio. Nel 1986 viene insignito «Cavaliere della Repubblica» e nello stesso anno gli viene consegnato l'Ambrogino d'Oro. Nel 1989, primo in Italia, riceve il premio internazionale «Personnalité de l'année» per la gastronomia. Nel 1990 viene fregiato dal Ministro della Cultura e della Comunicazione Francese Jack Lang, dell'onorificenza di «Chevalier dans l'ordre des Arts et des Lettres». 

Negli anni Novanta, l'attenzione di Marchesi si sposta verso i nuovi modelli di ristorazione: apre un bistrot, un brunch e un caffè sul tetto del Duomo al settimo piano della Rinascente di Milano e a Londra, un Ristorante Gualtiero Marchesi all'interno dell'Hotel Halkin. Una svolta importante arriva nel 1993, quando decide di lasciare Milano e ritirarsi in Franciacorta, creando il Relais & Chateaux L'Albereta di Gualtiero Marchesi. Passano pochi anni e, attratto dalle nuove tecnologie, nel 1998, progetta un negozio per la vendita di piatti pronti sottovuoto a due passi da via Montenapoleone. Nel triennio 2000-2002 Gualtiero Marchesi viene eletto Presidente dell'Euro-Toques International, associazione che raccoglie quasi 3.000 Chef di altissimo livello in Europa.

Il nuovo millennio è segnato da un turbine di iniziative: apre a Parigi, in Place Vendôme, il ristorante Gualtiero Marchesi per il Lotti che ottiene dopo appena un anno la stella Michelin e l'anno dopo restaura il più antico ristorante di Roma, l'Hostaria dell'Orso, ottenendo anche lì una stella, a un anno dall'apertura. Un'estrema curiosità lo porta a esplorare il mondo delle crociere, aprendo due ristoranti a bordo delle ammiraglie della Costa Crociere. Dopo aver ricevuto, nel 1998 il glorioso Premio Artusi, nel 2002 l'Accademia Internazionale della Gastronomia gli conferisce il Grand Prix «Mémoire et Gratitude», il premio più importante dato dall'Accademia allo chef che nella storia ha lasciato un segno, durante una cerimonia storica a Lione, con altri grandi chef della gastronomia internazionale. Non si tratta del solo riconoscimento di tale prestigio: nel gennaio 2009 Marchesi riceverà a Madrid il Grembiule d'oro insieme ad altri dieci cuochi internazionali che hanno influenzato la cucina dell'ultimo decennio.


Nel gennaio 2004 apre ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana nel Palazzo Ducale di Colorno, a pochi chilometri da Parma, che annovera tra i suoi insegnanti alcuni degli chef più rappresentativi della cultura gastronomica italiana. Nel 2008, avverte il bisogno di riavvicinarsi alla sua città natale: nasce il ristorante Teatro alla Scala Il Marchesino, il suo omaggio alla musica, alla famiglia e alla città. A questo punto, non avendo più nulla da dimostrare, sceglie di non voler essere più giudicato da nessuna guida, restituendo le stelle Michelin. Nominato dal ministro del Turismo Ambasciatore della cucina italiana nel mondo, Marchesi, in occasione dell'ottantesimo compleanno, crea una Fondazione che ha come missione l'approfondimento e diffusione di tutte le arti.

Il 18 giugno 2014 inaugura l'Accademia Gualtiero Marchesi in via Bonvesin de la Riva, mentre nel 2015 viene nominato Chef Ambassador di Expo 2015 e riporta il Ristorante Marchesi a Milano all'interno del suo Marchesino in piazza della Scala. Nel maggio 2017 viene presentato in anteprima al Festival di Cannes il film documentario sulla sua vita intitolato 'Marchesi: The Great Italian'. Il film sarà presentato in prima mondiale il 16 ottobre a New York durante il Congresso de Les Grandes Tables du Monde. Nel luglio 2017 annuncia che sorgerà a Varese nel 2018 la «Casa di riposo per cuochi», progetto fortemente voluto su ispirazione della «Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi». 
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