Le Marche cuore e-commerce, via libera della Regione allo sbarco della nuova sede Amazon

Le Marche cuore e-commerce, via libera della Regione allo sbarco della nuova sede Amazon
di Andrea Taffi
Martedì 15 Settembre 2020, 02:10
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ANCONA - L’ultimo cerchio, quello urbanisticamente più delicato, si è virtualmente chiuso venerdì scorso nella riunione che si è svolta in Regione alla presenza dei manager del general contractor di Amazon e dei tecnici della Regione Marche del servizio gestione del territorio insieme al governatore Luca Ceriscioli. Sul tavolo il nodo delle superfici disponibili e dei volumi edificatori collegati, necessari ad Amazon per realizzare il polo della logistica all’Interporto di Jesi anticipato dal Corriere Adriatico il giorno di Ferragosto.


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La trattativa era andata in maniera abbastanza spedita nei mesi estivi per l’acquisizione dei terreni di alcuni privati sul versante Nord a ridosso della statale 76 tra Monsano e Chiaravalle (per essere più precisi tra ex Sadam e Coppetella) ma ora aveva bisogno anche di una schiarita per quel che riguarda la parte urbanistica. 


I terreni acquisiti
I terreni acquisiti da diversi privati a ridosso dell’Interporto di Jesi infatti, mettevano insieme 25 ettari di superficie all’interno del piano attuativo di zona. Una simile disponibilità era ottimale per lo spazio sui cui edificare il maxideposito (circa 5 ettari) ma non per la capacità edificatoria consentita dalle norme urbanistiche collegate. Questi 25 ettari, infatti, contemplano la possibilità di edificare circa sul 10% della superficie. La prima soluzione vagliata, per motivi immediati di dimensioni, poteva essere l’acquisizione di una parte dei terreni di Interporto (per acquisirne i volumi edificatori) ma la natura del soggetto giuridico, partecipato da un ente pubblico, poneva problemi collegati alla strada normativa da percorrere. 

La strada risolutiva
Non era un problema di semplice soluzione ma, a sentire i report della riunione divenerdì scorso, sembra che la Regione abbia trovato la strada per mettere a disposizione del general contractor quello di cui aveva bisogno. Un esame approfondito dei terreni dell’ente pubblico partecipato da Svim (a sua volta controllato da Regione Marche), ha evidenziato la possibilità di attingere a una porzione di Interporto che nei mesi scorsi era già stata affidata a un privato con un bando rent-to-buy.

Lo strumento, come da traduzione letterale dall’inglese, consentiva al privato vincitore del bando (un importante operatore della logistica regionale) il pagamento di alcuni canoni di locazione per l’acquisto definitivo dell’area. L’area rent-to-buy si porta dietro una parte di capacità edificatoria importante e l’operatore regionale di logistica, sondato sulla trattativa, ha dato la sua disponibilità a valutare la questione con un atteggiamento molto costruttivo. 


La situazione interessante
E, aggiungeremmo, anche ragionevolmente interessato visto nell’area rent-to-buy finiscono i binari ferroviari: logistica per logistica, all’interno della maxioperazione c’è anche un versante di business che riguarda le Marche. Il primo, verrebbe da dire, di una lunga serie visto che il plant che Amazon vorrebbe sviluppare a pieno regime dovrebbe coinvolgere circa 1000 dipendenti. Con un indotto di servizi e fornitori tutto da quantificare. Le parti si sono lasciate con l’impegno a trattare e a verificare alla virgola i volumi edificatori. Ma il governatore Ceriscioli nel weekend ha parlato della situazione in termini molto lusinghieri (al suo staff averebbe detto di essere «soddisfatto, volevo chiudere con questo fiore all’occhiello e penso che ci siamo riusciti») così come il sindaco di Jesi, Bacci (l’altro versante del lato pubblico) dicono sia fortemente concentrato per condurre l’operazione in porto.


I patti di riservatezza
C’è anche grande cautela tra operatori e tecnici coinvolti: nessuno parla di Amazon, il solo soggetto allo scoperto è il general contractor che poi dovrebbe consegnare l’opera chiavi in mano. Nell’operazione ballano anche degli accordi di riservatezza che hanno irretito gli addetti ai lavori coinvolti instillando timori di un possibile dietrofront. Ma con gli efficaci mesi di lavoro alle spalle e le risposte sul pezzo di Comune di Jesi e Regione, le strade ormai aperte sono un patrimonio amministrativo irrinunciabile. Insieme a quell’area dove si incrociano autostrada, trasversale per il versante tirrenico a 4 corsie, binari ferroviari e aeroporto. Il top del top, logisticamente parlando. Che tutti vogliono consegnare ad Amazon.

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