Il Covid picchia duro e le Marche dicono addio agli ospedali unici

Il Covid picchia duro e le Marche dicono addio agli ospedali unici
Il Covid picchia duro e le Marche dicono addio agli ospedali unici
di Maria Teresa Bianciardi
Mercoledì 11 Novembre 2020, 11:05
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ANCONA - Chiarito il concetto dentro e fuori le stanze dei bottoni, le Marche si apprestano a dire addio agli ospedali unici: un sogno inseguito per cinque anni dall’ex presidente Ceriscioli tra mille ostacoli e difficoltà - a cominciare dalla scelta dell’area dove realizzarli fino alle proteste dei sindaci contrari alla centralizzazione - e che adesso si ferma davanti allo stop del nuovo governo di centrodestra.

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Una scelta annunciata da Francesco Acquaroli durante la campagna elettorale, ribadita lunedì mattina all’ottavo piano di Palazzo Raffaello e confermata con l’approvazione di una mozione passata in consiglio regionale delle Marche con i voti dei partiti di maggioranza e delle due consigliere del M5S.

La nuova strategia

Ribadisce l’assessore regionale al bilancio, Guido Castelli: «Il no agli ospedali unici nelle Marche è stata una scelta condivisa da tutta la giunta presieduta dal presidente Acquaroli che la scorsa settimana ha avviato l’iter per l’approvazione del nuovo piano sociosanitario.

Lo stop ai project financing ha rappresentato una decisione ponderata e maturata dopo un costante e approfondito confronto con i territori. La strategia prevede un’accurata analisi dei fabbisogni e una necessaria rivisitazione della scelte sulla rete ospedaliera operate dalla precedente giunta , con la massima attenzione a non sguarnire i territori, ma anzi con la ferma volontà di potenziare i servizi». Dunque niente ospedale a San Claudio di Campiglione (Fermo), 362 posti letto per 70 milioni di euro e un cantiere che sarebbe dovuto partire nel 2018. Ai saluti anche la struttura, partita malissimo, a Contrada della Pieve (Macerata) con 500 posti letto e un costo di 200 milioni: qui la presenza di diossina nell’area individuata dalla Regione ha rallentato infinitamente le operazioni di realizzazione. Stessa cosa per quella di Pagliare del Tronto (Ascoli). Discorso diverso, invece, per l’ospedale unico di Muraglia (Pesaro), 550 posti letto per 200 milioni di euro, molto avanti rispetto agli altri progetti. Il sindaco Ricci ha già annunciato battaglia e con il centrodestra sarà uno scontro all’ultimo project financing.

Il report 

Vicenda che si interseca con le necessità dettate dalla pandemia e che hanno trovato impreparate le strutture sanitarie della regione, che pagano la carenza di personale e di posti letto per i pazienti Covid. Anche ieri con l’aumento delle persone sottoposte a tamponi, il numero dei positivi ha superato i 500 casi, mentre sono stati registrati altri 10 decessi correlati al maledetto virus. Aggiunti ai dieci di ieri, i numeri più alti della seconda ondata della pandemia, il drammatico elenco delle vittime del Coronavirus nelle Marche sale a 1.077. Si tratta di 7 donne e 3 uomini, di età compresa tra 76 e 97 anni: due donne di Ascoli Piceno, rispettivamente di 85 e 81 anni sono morte nella Rsa Valdaso di Campofilone.

I decessi

Le altre vittime erano residenti ad Ancona, Civitanova Marche, Acquaviva Picena, Maltignano, Pergola, Fabriano, Arcevia, Montefano. È ancora abbastanza equilibrato l’andamento dei ricoveri, arrivati complessivamente a 600, +10 nelle ultime 24 ore, mentre i dimessi sono stati 11. Secondo i dati del Servizio sanità della Regione, i pazienti in terapia intensiva sono 75 (+4), quelli in semi intensiva 149 (+2), i degenti in reparti non intensivi 376 (+4). I positivi in isolamento domiciliare sono saliti da 9.861 a 10.289. Ricoverati più isolati sono in totale 10.889. Dei 504 i positivi rilevati ieri il maggior numero dei casi si trova nella provincia di Ascoli Piceno (141), seguita da quella di Macerata con 134, quella di Ancona con 102, 70 nella provincia di Pesaro-Urbino, 40 nella provincia di Fermo e 17 da fuori regione. I casi comprendono 81 soggetti sintomatici contatti in setting domestico (106), contatti stretti di casi positivi (141), contatti in setting lavorativo (11), contatti in ambienti di vita/socialità (24), contatti in setting assistenziale (8), contatti in setting scolastico/formativo (9), screening percorso sanitario (6) e 1 rientro da altra regione. Per altri 117 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.

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