Scuola, lezioni e corsi anche d'estate. Il governo ci mette i fondi, le Marche un suo piano. Ecco come funziona

Scuola, lezioni e corsi anche d'estate. Il governo ci mette i fondi, le Marche un suo piano. Ecco come funziona
di Martina Marinangeli
Mercoledì 28 Aprile 2021, 03:35 - Ultimo agg. 29 Aprile, 09:17
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ANCONA - La scuola va ai tempi supplementari. Con il Piano per l’estate varato dal ministero dell’Istruzione, le attività proseguiranno, su base volontaria, anche nei mesi di giugno, luglio ed agosto.

Ogni istituto di ordine e grado potrà infatti partecipare ai bandi emanati con un proprio progetto, per accedere a risorse che sono in media di 18mila euro per singola scuola. Un modo per far recuperare agli studenti la socialità e gli aspetti formativi che si sono persi tra gli stop&go degli ultimi due anni condizionati dalla pandemia.


L’organizzazione
Dalle attività ricreative tarate sull’esempio dei centri estivi per i bambini, ai laboratori di robotica, arte e musica, sport, sul modello delle summer school per i più grandi, il ventaglio delle opzioni è ampio. «È una bella idea – l’apprezzamento di Riccardo Rossini, dirigente scolastico del liceo scientifico Marconi di Pesaro e presidente regionale dell’Associazione Nazionale Presidi -.

Noi, nel nostro piccolo, già facciamo qualcosa del genere, come le Scuole estive della fisica, della chimica, della matematica. Il Marconi organizza, per esempio, attività di trekking nel parco: già inserite normalmente nell’attività formativa, ora trovano consistenza in un alveo ancora più importante».


I nodi da sciogliere
Sulla fattibilità del Piano, precisa però che, «se si ragiona sui grandi numeri, ovviamente, non lo è. Ma se si pensa a progetti spot, magari per un numero limitato di studenti e di classi, probabilmente sì. Va lasciata alle scuole la possibilità di sviluppare un’attività ludico-didattica che possa essere allo stesso tempo esercizio di formazione ma anche di socializzazione». Da Piano nazionale, a giugno sarebbero previsti corsi di rinforzo e potenziamento degli apprendimenti, con attività laboratoriali, scuola all’aperto, studio di gruppo. Tra luglio ed agosto, invece, si virerà più sull’aspetto dell’aggregazione con moduli e laboratori di educazione motoria e gioco didattico, canto, musica, arte, scrittura creativa, educazione alla cittadinanza, debate di filosofia, educazione alla sostenibilità, all’imprenditorialità. Ed ancora, potenziamento della lingua italiana e della scrittura, delle competenze scientifiche e digitali, come coding, media education, robotica. 


La prospettiva
Nelle Marche ancora si è parlato poco del Piano, ma l’assessora regionale all’Istruzione Giorgia Latini plaude al progetto: «per molti mesi i ragazzi non hanno avuto modo di socializzare tra loro e questa iniziativa è importante anche per far sì che si incontrino in ambienti dove c’è un contesto di qualità. Anche per dare loro una prospettiva didattica e di crescita attraverso la scuola che è mancata nel periodo invernale». E, da titolare della delega alla Cultura, apprezza che, oltre agli istituti, le attività possano avere luogo anche in spazi come teatri, cinema, musei, biblioteche, come pure parchi e centri sportivi. 


Le critiche
Meno entusiasta Paola Martano, segretaria regionale dello Snals che, pur riconoscendo «la fondamentale importanza per i ragazzi di ritrovare la propria socialità», sottolinea come «abbiamo ancora poche informazioni, ma al momento mi sembra più un manifesto politico che qualcosa realmente capace di produrre degli effetti. Non è così semplice da organizzare ed immaginare, non è una cosa che si improvvisa». Inoltre, osserva come «per i fondi, c’è una parte fissa data dal numero degli studenti, quindi di media ogni scuola riceverà circa 18mila euro: il 70% delle risorse andrà alle scuole del Sud, il 20% a quelle del Centro Italia ed il 10% al Nord, come se si potesse quantificare il disagio dei ragazzi per latitudine. È una scelta discutibile, quantomeno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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