ANCONA - Per fare visita ai pazienti nelle strutture ospedaliere dell’Asur serve il Green pass. O in alternativa un’autocertificazione. Una postilla, quest’ultima, che va ad aggiungersi ai criteri fissati dal ministero della Salute nella nota del 30 luglio, dove invece si parla solo dei Certificati verdi. Con una circolare dell’11 agosto, infatti, l’Azienda sanitaria unica regionale ha comunicato alle Aree vaste che, «per quanto concerne l’accesso dei visitatori ai pazienti ricoverati, resta in vigore la modalità di autocertificazione dei requisiti richiesti, con un aggiornamento del modello».
La decisione
Tradotto: l’Asur recepisce le direttive ministeriali sul Green pass, ma estende i criteri del diritto di visita permettendo di esibire un’autocertificazione a chi non fosse in possesso del certificato verde.
Le posizioni
«L’autocertificazione è comunque un atto di responsabilità perseguibile penalmente per legge – fa notare Giovanni Guidi, diretto dell’Av2 di Ancona – e, se falsa, potrebbe portarsi dietro anche l’accusa di aver provocato dei contagi. Inoltre, non tutti possiedono il Green pass: renderlo unico criterio per le visite sarebbe complicato». E mentre l’Av1 di Pesaro non ha preso posizione - «non abbiamo ancora deciso: quando l’avremo fatto, lo comunicheremo», taglia corto il direttore Romeo Magnoni - nell’Area vasta di Fermo, il numero uno Roberto Grinta ha le idee molto chiare: «Seguiremo in maniera pedissequa quanto disposto dalla Regione Marche», aggiungendo inoltre che «abbiamo fatto oggi (ieri, ndr) una circolare per i reparti con cui recepiamo i tempi di visita di 15, massimo 20 minuti, e scaglioniamo gli accessi in area medica ed area chirurgica, così da evitare afflussi eccessivi in uno stesso orario».
A chiudere il cerchio, il direttore sanitario dell’Av3 di Macerata Carlo Di Falco, che si allinea alla posizione del collega: «Seguiamo le indicazioni della direzione Asur. L’autocertificazione va poi verificata dalle autorità competenti». Nella nota ministeriale – recepita con una circolare dal Servizio Sanità ed inviata agli enti del Sistema sanitario regionale - si specifica che «per gli accompagnatori dei pazienti non affetti da Covid-19, muniti delle certificazioni verdi, è consentito di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti d’emergenza e accettazione, e dei reparti di pronto soccorso, nonché nei reparti delle medesime strutture».
I dettagli
Agli accompagnatori dei pazienti con riconosciuta disabilità grave, invece, «è sempre consentito portare assistenza anche nel reparto di degenza, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura». A questo perimetro normativo, nella propria circolare l’Asur Marche ha aggiunto l’opzione dell’autocertificazione. «Le direzioni sanitarie valuteranno anche a seconda dell’andamento epidemiologico dentro le strutture - traccia il perimetro la direttrice generale dell’Asur Nadia Storti –, come previsto dalla nota del ministero. San Benedetto è hub della terapia intensiva Covid, quindi un’ipotesi più restrittiva negli accessi potrebbe essere percorsa, anche se sarebbe auspicabile un’organizzazione omogenea tra le Aree vaste».