Fagerhult vola in borsa, ma licenzia in iGuzzini. Choc a Recanati: annunciati 103 esuberi. Il 5 ottobre assemblea dei lavoratori

Fagerhult vola in borsa, ma licenzia in iGuzzini. Choc a Recanati: annunciati 103 esuberi. Il 5 ottobre assemblea dei lavoratori
Fagerhult vola in borsa, ma licenzia in iGuzzini. Choc a Recanati: annunciati 103 esuberi. Il 5 ottobre assemblea dei lavoratori
di Luca Patrassi
Venerdì 1 Ottobre 2021, 04:20 - Ultimo agg. 08:34
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RECANATI - La lettera porta la data del 27 settembre scorso, la direzione aziendale della iGuzzini illuminazione di Recanati comunica l’avvio della procedura di licenziamento per 103 addetti. Un numero colossale, che non ha precedenti in tempi moderni nella provincia maceratese. Per di più in un’azienda considerata modello di innovazione e di conduzione aziendale, un simbolo del made in Marche. Uno choc per 103 addetti che non più tardi dell’agosto scorso leggevano notizie rassicuranti dalla direzione aziendale, anche di nuove acquisizioni. 


La nuova linea 
È la linea portata avanti dal nuovo Ceo Cristiano Venturini, manager della proprietà svedese, il colosso Fagerhult subentrato a Sambucheto nel 2019 e di recente salito al comando dopo l’uscita definitiva della famiglia Guzzini.

Secondo il piano triennale aziendale, il fatturato a fine 2021 avrebbe dovuto raggiungere i 250 milioni di euro mentre le previsioni parlano di 200 con un fatturato consolidato 2019 di 238 milioni e di 190 nel 2020. Con un fatturato sceso a -40milioni l’azienda scrive di non poter adottare altre procedure, se non il licenziamento, visto che ha già fatto ricorso al taglio del contratti precari e di apprendistato, utilizzato gli ammortizzatori sociali e fatto ricorso alla Cassa integrazione. 


Il percorso di austerity
Un percorso di austerity a tutti i costi che suscita meraviglia difronte all’andamento della quotazione di Fagerhult alla Borsa di Stoccolma: il primo settembre era a quota 42 corone svedesi, il 6 settembre aveva addirittura raddoppiato toccando quota 82 corone e nell’ultimo mese è sceso fino al prezzo di 66 fatto registrare ieri: negli ultimi dodici mesi fa un raguardevole +56%. Ma in Italia bisogna licenziare: almeno 50 sono amministrativi, 20 nell’area tecnica progettazione e laboratori, il resto operai e magazzinieri. E ieri - con la Regione che non aveva ancora ricevuto nulla ieri mattina - c’è stato il primo incontro. I sindacati hanno chiesto il ritiro della procedura di licenziamento collettivo manifestando «la disponibilità - hanno scritto i sindacati - a individuare soluzioni condivise mettendo al centro della discussione il mantenimento dei livelli occupazionali e lo sviluppo professionale quali condizioni per il rilancio delle attività future. Con questa posizione ci presenteremo il 5 ottobre in assemblea sindacale ai lavoratori, convinti che non sia accettabile prospettare un rilancio con il sacrificio di 103 posti di lavoro». 

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