«É più grave l'aborto o la pedofilia?». Bufera per l'omelia del vicario del vescovo, donne in piazza

«É più grave l'aborto o la pedofilia?». Bufera per l'omelia del vicario del vescovo, donne in piazza
Martedì 3 Novembre 2020, 20:41 - Ultimo agg. 20:42
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«È più grave l’aborto o un atto di pedofilia? Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma che cosa è più grave?». Don Andrea Leonesi, vicario del vescovo di Macerata, lo scorso 27 ottobre nella chiesa dell’Immacolata ha pronunciato un'omelia choc registrata e condivisa su YouTube che ha scatenato una valanga di polemiche. «Un attacco gravissimo contro le donne su tutti i fronti», il movimento “Non una di meno Marche” sabato pomeriggio scenderà in piazza a Macerata per protestare contro le parole del vicario. «Una visione patriarcale che non ammette l'autodeterminazione delle donne e le vuole sottomesse ai mariti».

 Il sacerdote, nel corso della sua omelia, ha elogiato la decisione della Corte costituzionale polacca con la quale viene vietato l’aborto in caso di malformazione del feto.  «Oggi una cosa simile prova a dirla in Italia - ha detto - Infatti in Polonia, un sacerdote polacco, mi ha detto che si sono scatenate le femministe che fanno di tutto: entrano nelle chiese, si cominciano a spogliare per protestare contro queste decisioni governative.

Però è pure vero, mi diceva un altro sacerdote, che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione e cioè che la rinascita della Chiesa e del regno di Dio sarebbe cominciata dalla Polonia».

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«È raccapricciante il confronto tra l’aborto e la pedofilia, come se fosse davvero possibile scegliere un male minore, come se fosse normale confondere diritto e abuso - protesta la Sinistra Italiana di Macerata - Appaiono poi insostenibili le interpretazioni letterali dell’Antico Testamento sulla sottomissione della moglie al marito che, a sua volta, è a capo della moglie in un momento in cui il diritto della donna ad una vita autonoma porta fenomeni di violenza domestica e femminicidi.  Quando si pronunciano parole che tentano di ledere i diritti conquistati con le lotte e le rivendicazioni negli anni passati, che sminuiscono quasi con lo sberleffo i movimenti femministi, è necessario denunciare e non arretrare di un passo - conclude SI - Sappiamo quanto complesso ed articolato sia il mondo cattolico e siamo sicure che molte donne e molti uomini non sentano proprie le parole di don Andrea Leonesi, auspichiamo prese di distanza personali e collettive»

Il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi interviene in difesa di don Leonesi: «Don Andrea ha messo in guardia cobtro una mentalità oggi imperante che ci fa guardare al dramma della pedofilia come una battaglia che ci deve coinvolgere tutti ma al tempo stesso non si mobilita per garantite a tutte le donne il diritto a non abortire». 

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