Ansiose, irritabili e giù di umore: la salute mentale delle adolescenti è peggiorata

Ansiose, irritabili e giù di umore: la salute mentale delle adolescenti è peggiorata
Ansiose, irritabili e giù di umore: la salute mentale delle adolescenti è peggiorata
di Maria Lombardi
Giovedì 11 Giugno 2020, 15:56
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Ansiose, irritabili, faticano a prendere sonno e al risveglio si sentono giù. La salute mentale delle ragazze, in tutta Europa, è peggiorata negli ultimi anni. Le adolescenti - soprattutto le "grandi" - soffrono più dei loro coetanei, in questa fascia di età sono considerate particolarmente a rischio. Vittime di cyberbullismo in misura maggiore dei coetanei, hanno un rapporto problematico con i social. É uno degli aspetti che emerge dal nuovo Rapporto dell’International Health Behaviour (HBSC), pubblicato il 19 maggio e condotto su 227.441 ragazzi in età scolare (11, 13 e 15) provenienti da 45 Paesi. «L’indagine rappresenta anche una utile base di riferimento per studi futuri volti a misurare l’impatto di COVID-19 sulla vita dei giovani» afferma Martin Weber, pediatra, coautore dello studio e Programme Manager, Child and Adolescent Health and Development presso l’ufficio regionale dell’OMS Europa in una intervista alla rivista “Pediatria” della Spi (società italiana di pediatria).


«Rispetto a quattro anni fa è aumentata in tutte le età e in entrambi i sessi la prevalenza di più disturbi di salute - spiega il professore -  uno su quattro ha riferito nervosismo, irritabilità o difficoltà ad addormentarsi e quasi uno su cinque ha affermato di sentirsi giù. Meno comuni i disturbi somatici, con oltre un adolescente su sette con mal di testa e mal di schiena, e uno su dieci con mal di stomaco e vertigini».

Le ragazze adolescenti  “più anziane”
«sono particolarmente a rischio di scarso benessere mentale. Durante la transizione dalla prima alla seconda metà dell’adolescenza, le ragazze mostrano anche un calo più marcato del sostegno familiare percepito, della facilità di comunicazione con i genitori, del sostegno degli insegnanti e della soddisfazione scolastica. Vediamo inoltre un uso più problematico dei social media tra le ragazze che sono anche maggiormente vittime di cyberbullismo. Dovrebbe essere sviluppato e mantenuto un pacchetto di iniziative universali con approcci mirati volti a sostenere il benessere mentale delle ragazze, degli adolescenti più anziani e di quelli appartenenti a strati sociali più bassi che fanno parte del gruppo ad alto rischio», aggiunge il pediatra.

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Non bisogna dimenticate che il 50% dei disturbi psichiatrici insorge a 14 anni (WHO) e il suicidio è la seconda causa di morte in età adolescenziale. E gli adolescenti hanno sofferto particolarmente nei mesi di lockdown, privati della libertà proprio nel momento in cui l'indipendenza rappresenta una grande conquista, costretti a vedere gli amici in video-chat quando gli incontri sono momenti di crescita, obbligati a una convivenza no-stop con i genitori nell'età in cui si ci misura per la prima volta con il bisogno di emanciparsi della famiglia. Intossicati dai social, rimasti l'unica finestra sul mondo. Già prima della quarantena alcuni studi avevano messo in luce i potenziali danni di un uso esagerato di Facebook, Instagram, WhatsApp, Twitter e Snapchat, in particolare sulle teen-ager. Ansia,  insonnia,  stress cronico, mancanza di autostima e poco sport, alcune delle conseguenze per le ragazze iper-connesse secondo uno studio pubblicato qualche mese fa su Lancet realizzato dal "UCL Great Ormond Street Institute of Child Health" di Londra.​ Adesso sarà peggio, di tutto il disagio accumulato in questo tempo bloccato dall'emergenza Covi si dovrà tenere conto. 

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«Puntare su un sistema scolastico che promuova la salute, che crei un ambiente favorevole, che incoraggi comportamenti sani, ma fornisca anche un facile accesso ai servizi di cui gli adolescenti potrebbero aver bisogno, ad esempio attraverso la school nurse, sembra un investimento saggio nel futuro - suggerisce il professore Martin Weber - I Paesi devono fornire adeguati investimenti finanziari a sostegno della salute mentale degli adolescenti, garantendo l’esistenza di meccanismi di valutazione di buona qualità».

Sono 6.385.357 (Istat 2019) gli adolescenti tra gli 11 e i 21 anni, un decimo della popolazione italiana. I grandi dimenticati, insieme ai bambini, di questa emergenza. Senza scuola e relazioni, senza sport e spazi. Privazioni che hanno lasciato rabbia. 
«Il silenzio degli adolescenti non sempre vuol dire mancanza di pensieri tristi, di riflessioni a volte così angoscianti da essere affrontate in solitudine», scrive Gianni Biondi psicologo clinico, psicoterapeuta, sul numero di giugno di Pediatria. «I giovani sembrano aver vissuto soffrendo un ampliamento del distanziamento sociale-personale come il non sentire accanto qualcuno; in altre parole, si è osservato un aumento di un senso di solitudine rispetto a prima della quarantena.

In alcuni, tale disagio si è convertito in sentimenti di rabbia per lo più contenuta, ma che è sembrata aumentare con il tempo. nel dopo-quarantena si potrebbero presentare difficoltà di riadattamento».


 

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