Addio a Motoko, ultima donna dei Monuments Men che ispirò il film di George Clooney

Fonte: Monuments Men Foundation for the Preservation of Art
Fonte: Monuments Men Foundation for the Preservation of Art
di Simona Verrazzo
Domenica 10 Maggio 2020, 08:58
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Il Coronavirus si è portato via l’ultima donna ancora in vita del leggendario gruppo dei Monuments Men: all’età di 92 anni è morta Motoko Fujishiro Huthwaite e con lei se ne va una grande testimonianza della Seconda guerra mondiale e della rinascita dell’Europa. A darne notizia è la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art, con sede a Dallax (Texas) e presieduta dall’italiana Anna Bottinelli.

Motoko era nata a Boston, in Massachusetts, il 24 agosto 1927 da genitori giapponesi e la sua vita assomiglia a quella di un film. Fin da giovane frequenta l’ambiente culturale della vicina e prestigiosa Harvard University, dove suo padre era professore di odontoiatria. Dopo l’accusa di spionaggio, la sua famiglia viene deportata nello Stato del Montana e, successivamente all’attacco di Pearl Harbour del 1941, è costretta a lasciare gli Stati Uniti per far rientro in Giappone.

A Tokyo, Motoko sopravvive miracolosamente a un bombardamento. Rientrata negli Stati Uniti si unisce al gruppo dei Monuments Men, con la mansione di dattilografa, coordinando le comunicazioni con le forze in campo impegnate nel recupero delle opere d’arte e dei beni storici di cui si erano appropriati i nazisti.
L’unità speciale viene costituita in seguito alla creazione, il 23 giugno 1943 dall’allora presidente americano Franklin D. Roosevelt, dell’American Commission for the Protection and Salvage of Artistic and Historic Monuments in War Areas (Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici in zone di guerra). Si trattava di 345 unità provenienti da 14 nazioni, di cui facevano parte anche le donne, in tutto 27.

Il loro compito è stato, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, scoprire e mettere in salvo le centinaia di opere d’arte e beni storici trafugati e nascosti durante il nazismo, restituendoli ai legittimi proprietari. Nel 2007 è stata creata un’apposita fondazione, insignita della National Humanities Medal da parte dell’allora presidente statunitense George W. Bush, e dallo scorso anno è guidata dall’italiana Anna Bottinelli.

«Ciò che mi ha colpito di Motoko – così l’ha ricordata la presidentessa – è stata la sua compostezza, eleganza e intelligenza. Gentile ma risoluta, ha sempre sostenuto incondizionatamente la sua missione». Negli Stati Uniti i membri del gruppo Monuments Men, donne comprese, sono considerati veri e proprio eroi, ed eroine, nazionali. Nel 2014 George Clooney realizzò un film per raccontare le loro gesta, dirigendolo come regista e interpretandolo come attore. Al suo fianco molte star di Hollywood, tra cui Matt Damon e Cate Blanchett.

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