Macerata, dopo il terremoto la popolazione aumenta: Bolognola diventa il paese dei bambini

Macerata, dopo il terremoto la popolazione aumenta: Bolognola diventa il paese dei bambini
Macerata, dopo il terremoto la popolazione aumenta: Bolognola diventa il paese dei bambini
di Rosalba Emiliozzi
Martedì 24 Dicembre 2019, 14:59 - Ultimo agg. 26 Dicembre, 12:07
4 Minuti di Lettura

Più che il paese del terremoto, oggi Bolognola è una cartolina di Natale. Rinata grazie al suo sindaco Cristina Gentili che, seguendo il suo cuore e il buonsenso, ha dribblato la burocrazia e ha fatto tornare a casa quasi tutti i suoi concittadini terremotati, provocando un mezzo miracolo: gli abitanti del piccolo centro marchigiano sono aumentati da 131 a 148. Merito dei bambini, in tre anni ne sono nati 8, il nono è in arrivo, nascerà a gennaio 2020.

Un vero record per il comune di Bolognola, cuore del Parco dei Sibillini, in provincia di Macerata. Un minuscolo borgo, con tre frazioni e la stazione sciistica di Pintura che quest'anno sta aspettando la neve per dare il via alla stagione. Intanto il paese offre scorci di paesaggio incantato, quasi una piccola Lapponia, con l’unico albergo pieno di turisti e visitatori e le altre tre strutture ricettive in grande movimento. E questo è l’altro miracolo, il sisma ricacciato indietro, la vita che riparte, la felicità che torna.

Meteo, le previsioni di Natale: bel tempo ovunque, pericolo piogge e freddo nel weekend

«Io sono innamorata del mio paese» dice Cristina Genili, 43 anni, eletta sindaco di Bolognola due mesi prima che il terremoto - il 24 agosto del 2016 - rendesse il paese un fantasma. Lei, così attaccata al suo borgo, ha lasciato la professione di amministratore di condominio e si è messa a lavoro con tutta se stessa prima per l’emergenza, poi per la ricostruzione.
«Con la scossa del 30 ottobre 2016 il paese è stato chiuso, alle 9,30 del mattino i vigili del fuoco ci hanno fatto evacuare, quasi tutti sono andati a vivere sulla costa, non c’era alternativa - dice questa sindaca tenace -  Io ho mandato i miei figli piccoli a Macerata, da mio fratello, e con mio marito, che fa parte della protezione civile, ci siamo messi subito a disposizione». E c’era molto da fare, l’80 per cento delle case era inagibile. Il paese era in piena emergenza, c’erano da gestire gli auti, coordinare i soccorsi, provvedere agli sfollati rimasti in paese e con l’inverno alle porte. In tre anni questo sindaco «rompiscatole», come si definisce lei, è riuscita ricreare una quasi normalità. «Per fare le cose ho litigato con tutti - racconta - mi sono presa le responsabilità, non potevo aspettare le linee guida o le procedure. È il sindaco che governa nel paese ed ho provveduto a fare ciò di cui il paese aveva bisogno, come la strada di 800 metri, non è perfetta, è quasi una pista di cantiere, ma senza questa strada un abitato sarebbe stato irraggiungibile».

E da sindaco oculato, abituata a gestire i servizi con pochi fondi, le sono balzati subito gli occhi i costi esorbitanti delle Sae, cioe le casette di legno per i terremotati. «Le sette Sae che sono stata costretta a ordinare sono costate ottomila euro al metro quadrato perché queste strutture sono concepite per essere montate in piano e ci sono voluti sbancamenti e opere di urbanizzazione molto costose per installarle, mentre le vecchie case popolari che ho deciso di ristrutturare sono costate 1.500 al metro quadro, compresa l’urbanizzazione. Ne abbiamo ricavato dieci alloggi, sostitutivi delle Sae».

Oggi Bolognola è rinata e lo si deve un po’ anche al suo sindaco. «Devo ringraziare i tanti volontari che all’indomani del terremoto hanno lasciato le loro case e sono venuti a soccorrere persone che non conoscevano. Senza di loro non ce l'avremmo mai fatta» ammette Cristina Gentili che, nel frattempo, ha dato un concorso  ed è diventata agente di polizia municipale all’Unione Montana.

Il paese, pian piano, ha accolto nuove coppie e ha come bene più prezioso gli otto bambini nati dopo il sisma, l'ultima residente, venuta alla luce il 24 novembre, è una bambina, Lucrezia. Quando diventerà grande le diranno perché lei è così importante. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA