"Cinema d’iDea", la settima arte è donna con il festival internazionale sul web

Cinema d’iDea_credits Courtesy of Press Office
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di Gustavo Marco Cipolla
Mercoledì 11 Novembre 2020, 16:38 - Ultimo agg. 17:29
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C’è quel “Tempo fermo”, short movie girato dalle detenute del carcere di Rebibbia nell’ambito del premio “Bookciak, Azione!” e ispirato al libro “Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole” di Chicca Gagliardo e Massimiliano Tappari, in cui le carcerate, coordinate dai docenti del Liceo artistico Enzo Rossi della Capitale, raccontano la loro vita in prigione. Così le sbarre diventano ancora di più un confino in seguito all’emergenza pandemica. Fuori concorso, la pellicola “We are soldiers” di Svitlana Smirnova, poetica e struggente riflessione sull’assurdità dei conflitti armati, ha come protagonisti tre volontari ucraini feriti durante la guerra tra la Russia e la loro patria per la Crimea e il Donbass (iniziata nel 2014), successivamente presi in cura dall’ospedale militare di Kiev. Si terrà online, quest’anno, la quarta edizione del festival Cinema d’iDea, rassegna di celluloide dal respiro internazionale con film diretti esclusivamente da registe. La manifestazione si svolge di solito a Roma nel mese di giugno ma, a causa delle disposizioni sanitarie e del recente Dpcm che ha imposto la chiusura delle sale nonostante i continui appelli in favore degli esercenti da parte del presidente Anec Mario Lorini, sarà visibile dal 15 al 21 novembre sul web grazie a Streeen. La piattaforma di streaming da qualche anno fa centro con tre “e”, valorizzando la settima arte, gli emergenti e i cortometraggi d’autore indipendenti. «Ritengo che Cinema d'iDea sia un’iniziativa importante perché, purtroppo, in Italia le donne che stanno dietro alla macchina da presa costituiscono una percentuale bassissima. Non per mancanza di talento, ma per una semplice assenza di opportunità. Lo sperimento ogni giorno in prima persona, anche in qualità di filmmaker. Perciò ho sognato e realizzato il festival: un piccolissimo step per dare una vetrina e una risonanza in più al punto di vista femminile, grande assente nella società non solo italiana, come evidenziano recenti ricerche europee ed americane. Quando si arriva alla resa dei conti, inoltre, nelle kermesse cinematografiche è quello che trionfa, se si ha la possibilità di esserci. Vorrei che il nostro Paese diventasse un po’ come la Svezia, dove lo Swedish Film Institute ha deciso di donare il 50% dei fondi alle donne e il 50% agli uomini. Il risultato? Tutto il comparto ne ha beneficiato ed è cresciuto nella sua totalità, senza discriminazioni di genere. Numerosi riconoscimenti sono stati attribuiti proprio alle addette ai lavori del settore», spiega la direttora artistica Patrizia Fregonese de Filippo.

 

Il contest digitale, che ha in calendario diverse preview, sarà preceduto dalla proiezione gratuita di "Platform" dell’iraniana Sahar Mosayebi, vincitrice della scorsa edizione: è la storia di tre sorelle campionesse di "wushu", le arti marziali orientali, in rete sabato 14. L’apertura di Cinema d’iDea 2020 è affidata a “Citizen Rosi” di Didi Gnocchi e Carolina Rosi. In programma domenica 15, il biopic dipinge il maestro Francesco Rosi, scomparso nel gennaio 2015, che con un giovane Franco Zeffirelli fu assistente alla regia di Luchino Visconti per “La terra trema” del '48 - tratto dal capolavoro del Verismo "I Malavoglia" di Giovanni Verga - sino al sodalizio professionale con l’attore Gian Maria Volonté, volto dei suoi successi sullo schermo  “Lucky Luciano” del ’73 e “Cristo si è fermato ad Eboli” del ’79, dal romanzo di Carlo Levi. E ancora la letteratura, costante delle sue opere filmiche, di Gabriel García Márquez. In “Cronache di una morte annunciata” del 1987 riunì in America Latina un cast d’eccezione formato da Volontè, Ornella Muti, Lucia Bosè e Rupert Everett. «È un ritratto intimo, poiché accompagnato da ricordi privati, pur trattando di un personaggio pubblico. Uno di quelli che sembrano non esistere più. Con una forza, una passione politica e un’onestà intellettuale ormai rare», sottolinea Fregonese de Filippo. Il documentario si è aggiudicato il premio Pasinetti assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (Sngci) alla Mostra di Venezia. La voce narrante è della figlia di Rosi, Carolina, tra gli “interpreti” e intervistati appaiono magistrati, scrittori, colleghi e amici quali Nicola Gratteri, Roberto Saviano, Giuseppe Tornatore, John Turturro, Costa Gavras e Giancarlo De Cataldo, Roberto Andò, Lirio Abbate, Gherardo Colombo, Nino Di Matteo e Marco Tullio Giordana. Le produzioni persiane spopolano e sono ben quattro le presenze fra cui "Touran Khanom" di Rakhshan Banietemad e Mojtaba Mirtahmasb, incentrato su Touran Mirhadi (Khomarloo), considerata in Iran un pilastro per l’educazione dei bimbi e fondatrice della Farhad School, istituto comprensivo di un asilo e una scuola elementare nonchè sorgente di rilevanti innovazioni didattiche e pedagogiche a Teheran. Sabato 21 novembre saranno annunciati gli award, assegnati dalla giuria di qualità composta dalla sceneggiatrice Giovanna Koch, i produttori francesi Nicolas e Sarah-Lou Billon, l’attrice e autrice messicana Paula Rivera, il drammaturgo Nino Russo, la giornalista austriaca Christine Höfferer e Gianni Celata, economista, docente ed esperto in due sottocommissioni del Mibact. Lungometraggi, doc e corti verranno illustrati live su Facebook attraverso meeting virtuali ai quali parteciperanno le registe, le sceneggiatrici e i giurati. Alla conduzione la critica Chiara Zanini si alternerà a Fregonese.

Tante le anteprime dedicate ai teenager e ai più piccoli con un focus sull’universo delle bambine, troppo spesso colorato dallo stereotipo rosa.

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