La fabbrica che produceva magliette di cotone adesso si è convertita: sforna mascherine chirurgiche per proteggersi dal coronavirus. Ventidue operaie siriane lavorano nella piccola fabbrica gestita dall'associazione “Fatih Sultan” a Kilis, cittadina turca sulla frontiera con la Siri, racconta “Avvenire”.
Sono madri, vedove, donne in difficoltà allle macchine da cucire. «Ogni giorno produciamo 8mila mascherine. Gli ordini provengono da Istanbul e da Gaziantep, da alcune realtà del settore pubblico turco. Le mascherine verranno distribuite in ospedali, scuole e università», spiega Abdul Ghani Alshawakh, direttore dei progetti dell'associazione.
L'idea ingegnosa che spopola sul web, la mascherina fatta con la coppa di un reggiseno
La lavorazione è cominciata in anticipo rispetto alla scoperta, la scorsa settimana, dei primi casi di coronavirus in Turchia. Il progetto di assistenza è stato ideato all'inizio della guerra da un gruppo di siriani che desideravano offrire un'opportunità lavorativa alle connazionali in fuga.
Le donne siriane al lavoro nella fabbrica che produce mascherine
Martedì 17 Marzo 2020, 13:05
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