#datecivoce lancia flash-mob virtuale: il 2 maggio foto sui social per chiedere più donne nelle task-force

#datecivoce lancia flash-mob virtuale: il 2 maggio foto sui social per chiedere più donne nelle task-force
di Maria Lombardi
Mercoledì 29 Aprile 2020, 19:28 - Ultimo agg. 19:39
4 Minuti di Lettura

Una mascherina con la scritta #datecivoce. Basta indossarla, scattare un selfie e pubblicarlo sui social con quell'hashtag. Sarà un flashmob virtuale, quello del 2 maggio, un appello lanciato attraverso il simbolo di questa emergenza - le mascherine - per chiedere di dare voce e spazio alle donne nella ricostruzione. Questo chiede il movimento a  cui hanno già aderito 107 associazioni e migliaia di cittadini. Le task-force create per gestire la fase 2 non possono essere così sbilanciate ma rappresentare il paese così come è, fatto per metà da uomini e per l'altra metà da donne. Chi vuole sostenere la causa #datecivoce invii la foto - con mascherina o con un cartello - dalle 11 alle 22 su facebook, twitter, instagram. 


Poche donne nelle task force del governo, il caso esplode e diventa politico

La campagna #datecivoce per chiedere più donne nelle task-force: «Da Conte nessuna risposta, ma non ci fermeremo»

La Fase 2 del post coronavirus sia più inclusiva verso le donne, la task force conferma il gender gap

La risposta. Perché così poche donne nel comitato tecnico scientifico? Perché non ce ne sono nei ruoli rilevanti, è stata la risposta del capo della Protezione civile Angelo Borrelli. 
«Ecco, questo il motivo per cui, se andiamo avanti così, non avremo mai donne in posizioni che contano. Questa è quella che Emma Bonino ha definito la “old boys net”, che genera poi il famoso tetto di cristallo. A chi oppone il merito al genere va spiegato proprio questo: che sono gli uomini, molto spesso, a non essere lì per merito. Questo è il momento di cambiare le regole del gioco», sostiene Azzurra Rinaldi, economista e tra le prime firmatarie e promotrici.

 




Le famiglie.
Le donne ci sono, eccome, anche tra gli scienziati e tra i massimo esperti, in ogni settore. Ma quando c'è da decidere, i posti liberi  sono sempre pochissimi. Eppure nelle corsie degli ospedali, nei pronto soccorso sono state proprio le donne a sostenere il maggior peso. E lo faranno anche dal 4 maggio in poi, nelle famiglie. Quando si tornerà a lavoro, con scuole chiuse e senza corsi estivi, e sarà un problema: con chi stanno i bambini? Saranno ancora una volta le mamme a dover fare un passo indietro? 
«Lunedì 4 maggio a tornare al lavoro saranno per il 72% uomini, lo scrive uno studio pubblicato su Lavoce.info che evidenzia ancora una volta come la pandemia da Covid-19 rischi di pesare sul già difficile e complesso percorso di emancipazione delle donne in Italia», scrive #datecivoce. «Non solo, la mancata apertura delle scuole, comprensibile sotto il profilo della sicurezza, non ha finora minimamente tenuto conto tuttavia delle necessità delle famiglie e delle disuguaglianze sociali che porterà con sé». 


 

Una questione che il presidente Conte non ha affrontato nell'ultima conferenza stampa. E dire che in altri paesi europei, sottolinea #datecivoce, le leader donne  hanno cercato di trovare soluzioni che vadano incontro anche alle famiglie. «Ci aspettiamo dal Presidente del Consiglio, che si è definito “Avvocato del popolo”, il rispetto di quel diritto di rappresentanza che sta nella nostra Costituzione».

Le adesioni. All'appello hanno aderito anche Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria, Enrico Cereda, ceo IBM Italia, Mario Mantovani, presidente Cida,  Anna Maria Tarantola, ex presidente Rai,  Francesca Cavallo, scrittrice e imprenditrice. E ancora: Piero Chiambretti, la scrittrice Michela Marzano, l'olimpionica Josefa Idem olimpionica, l'astrofisica Francesca Faedi,  Tosca,  Susanna Camusso e le parlamentari Laura Boldrini, Valeria Fedeli, Cristina Rossello, Daniela Sbrollini, Valeria Valente, Veronica Giannone, Rossella Muroni e Paolo Lattanzio. 


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA