Gli ostacoli alle mamme lavoratrici continuano a pesare, Italia fanalino di coda in Europa

Gli ostacoli alle mamme lavoratrici continuano a pesare, Italia fanalino di coda in Europa
Venerdì 8 Maggio 2020, 12:57
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La Federcasalinge in vista della festa della Mamma mette il dito nella piaga sulle statistiche italiane relative all'impiego femminile. le donne italiane non solo sono quelle che in Europa fanno meno figli ma sono anche le meno occupate. 

Sono 12 milioni le donne italiane dai 18 ai 64 anni che nella loro vita hanno avuto almeno un figlio, il 64% delle donne della stessa fascia d’età. Percentuale più bassa rispetto al resto dell’Europa (73%).

Il 75% delle donne tra i 25-49 anni con un figlio in Europa è occupato: si arriva all’87% in Svezia, all’80% in Germania, al 78% in Francia, mentre in Italia questa percentuale si abbassa al 59%. Nel caso di due figli, il tasso medio di occupazione europeo non varia molto (74,7%); in Svezia lavora l’86% delle donne con due figli, in Germania il 77%, in Francia l’80%;l’Italia continua a fare da fanalino di coda con il56%.

Cosa frena l’occupazione delle mamme italiane? Le donne con figli in Italia hanno meno probabilità di entrare nel mondo del lavoro; ed è proprio l’evento nascita a far terminare la carriera lavorativa. Una prima conferma di questa tendenza è data dai dati sulle dimissioni delle madri lavoratrici.

Nel 2018 le dimissioni convalidate da neo mamme sono state 36 mila e in molti casi (20 mila) queste dimissioni sono dovute alla difficoltà di conciliare il lavoro e le esigenze di cura della prole. La maternità ricade sulla componente femminile: l’analisi dello stato di occupazione per tipologia familiare mette subito in evidenza i comportamenti diversi tra uomini e donne a livello lavorativo in caso di figli.

Le donne occupate con figli che vivono in coppia sono solo il 57%, contro l’89% degli uomini a pari condizioni. La situazione occupazionale si avvicina molto tra i due generi in caso di single, con entrambi i tassi di occupazione oltre l’80%. 

Questo quadro fa sì che le donne siano poco coinvolte nel mondo produttivo, per cui l’Italia rinuncia a molta della sua forza lavoro. Parallelamente rinuncia anche ad un importante effetto moltiplicatore economico, perché il lavoro femminile crea il bisogno di altri lavori legati ai servizi (es. lavanderie, ristoranti, baby sitter) generando un volano economico positivo. Questo volano economico positivo può rendere l’economia più solida ed incentivare la natalità nel nostro Paese, infatti esiste una correlazione positiva tra occupazione e nuove nascite, in quanto il lavoro delle donne è una componente essenziale per l’equilibrio economico familiare. I paesi europei con un tasso di occupazione femminile elevato hanno anche un numero medio di figli per donna elevato.

Secondo la Presidente di Federcasalinge, Federica Gasparrini va rivista, in Italia, la politica rivolta alla famiglia ed alla maternità, permettendo alla neo-madre, che ha un lavoro fuori casa, di godere di un periodo di almeno 8 mesi di maternità protetta. 

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