«Le ragazze stanno bene», la parità per le millennials

«Le ragazze stanno bene», la parità per le millennials
di Nicolas Lozito
Sabato 14 Marzo 2020, 10:18 - Ultimo agg. 11:42
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Femminismo ai tempi dei millennials: come è avere trent'anni, vivere nell'agio di un paese sviluppato, non aver partecipato alle lotte femministe dei decenni precedenti, e affrontare il tema della parità di genere nell'era del #MeToo? Provano a rispondere a queste domande due autrici classe 1990, Giulia Cuter e Giulia Perona, nel libro appena uscito Le ragazze stanno bene (HarperCollins, 288 pp. 16 euro).

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Un volume puntuale, che mescola lo stile saggistico al racconto in prima persona di una ipotetica quasi trentenne nata dall'unione delle esperienze delle due autrici. Prima di questo libro, si erano fatte conoscere per il podcast Senza rossetto, da qualche anno tra i migliori podcast in Italia, che affronta le stesse tematiche. «Il femminismo eadesso diventato molto pop», scrivono le due nell'introduzione. «Un crescendo di tentativi, narrazioni e azioni volte a riportare al centro del dibattito le lacune nella paritàdi genere per cui le precedenti ondate avevano lottato».



Il libro è diviso in capitoli tematici, a scandire proprio i possibili momenti di una donna che nasce e cresce nel nuovo millennio. Le mestruazioni, l'educazione, il corpo, il sesso, le relazioni, il matrimonio. E poi il lavoro, la maternità, la politica e il consenso. Tutto è spiegato con dati, leggi e cenni storici. Per esempio, il concetto di istinto materno arriva con la rivoluzione industriale di fine 1700; la legge italiana che rende lo stupro un delitto contro la persona e non contro la morale è appena del 1996. Le autrici poi pescano a piene mani dalla cultura pop. I riferimenti sono prevalentemente anglosassoni (al Ni una menos dei paesi latino-americani è dedicata solo una riga), così come angolosassone spesso è il vocabolario. Ma, tra le pagine, le autrici ne offrono contestualizzazioni nostrane. Come per il revenge porn, la pratica di caricare online immagini intime del proprio ex, illegale in Italia dall'entrata in vigore del disegno di legge Codice rosso del luglio 2019; o il body shaming, ovvero il criticare o prendere in giro il corpo di una persona, ancora molto presente nella nostra tv.

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Il tema del linguaggio e della narrazione per le due autrici è fondamentale e sarà la sfida decisiva per gli sviluppi del dibattito su parità di genere e violenza sulle donne: «raptus di follia, uomini che amano troppo, delitti passionali sono solo alcuni dei modi per parlare del femminicidio che troviamo nei titoli di giornale. Termini che svalutano, minimizzano e sottovalutano la pervasivita di questo fenomeno».

La lettura così diventa fondamentale ancora di più per gli uomini come chi scrive che in Le ragazze stanno bene possono trovare una mappa per ampliare la loro visione e svincolarsi da uno schema sociale che li ha sempre privilegiati. Capire cosa significa la maternità oggi in termini di sacrifici o quanto sia più complicato scendere in politica, o semplicemente avere successo e sentirsi continuamente dire: «Ma come gestisci l'equilibrio tra casa e lavoro?», domanda che mai sarà rivolta a un uomo. Il libro non è un manifesto, né un appello. È una bussola, un manuale delle giovani marmotte per uomini e donne femministe, che vogliono avventurarsi in territori inesplorati ma necessari.

Senza sovrapporsi, però. Perché ecco un'altra parola, spiegata nel capitolo dedicato all'educazione: mansplaining. Una crasi di due parole inglesi (man + explaining, uomo e spiegazione) che descrive il fenomeno diffusissimo per cui, durante una conversazione, tra amici o di lavoro, molto spesso un uomo interrompe il discorso della donna perché si sente in dovere di spiegarlo meglio.

Alla fine della lettura del libro l'istinto è quello di ripartire dalla copertina disegnata dall'illustratrice Valeria Petrone: in sella a una tigre c'è una donna con gonna rossa e maglia scura. È truccata, i capelli raccolti in uno chignon e una bolla di gomma da masticare che sta per esplodere. Orgoglio e coraggio. Le ragazze stanno bene e vanno avanti da sole, noi seguiamo.

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