Le donne, la Chiesa e i maldipancia del Vaticano, le accuse di Scaraffia su Le Monde

'La visione distorta dell'indifferenza', opera di Federica Iorio
'La visione distorta dell'indifferenza', opera di Federica Iorio
di Franca Giansoldati
Sabato 1 Giugno 2019, 10:23 - Ultimo agg. 10:47
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Il paradosso della Chiesa sulla questione femminile e la libertà di pensiero. Sulla prima pagina di Le Monde, la storica Lucetta Scaraffia, ex direttore del mensile dell'Osservatore Romano, Donne Chiesa Mondo, traccia un amaro bilancio sulla sua esperienza decennale alla guida della rivista cattolica dedicata ai temi femminili. In un lunghissimo articolo su uno dei più prestigiosi quotidiani a livello internazionale rivela tutti i retroscena delle sue dimissioni forzate (forzate dal corso degli eventi e dai cambiamenti che, spiega la Scaraffia, sono emersi nel momento in cui il Papa ha rinnovato i vertici della comunicazione della Santa Sede).

Per l'equipe femminile che guidava il mensile si è trattato di un «brusco risveglio» perché ha fatto affiorare l'intento di volersi sbarazzare il più rapidamente possibile di Donne Chiesa Mondo, almeno nella impostazione iniziale che, fino a quel momento, era stata data alla rivista, di elaborazione coraggiosa su temi scomodissimi per il Vaticano, come le violenze sessuali sulle religiose in molte zone africane, gli abusi di potere da parte di vescovi e preti, lo sfruttamento di suore usate come colf, le richieste di votare al sinodo, di potere avere accesso al cardinalato, visto che si tratta di un titolo onorifico, di avere un riconoscimento nelle stanze dei bottoni, di ottenere il diaconato.

Nonostante non sia mai stata menzionata la questione del sacerdozio femminile (tema che è sempre restato fuori da ogni riflessione), gli argomenti trattati da Donne Chiesa Mondo non hanno fatto altro che aumentare il maldipancia interno al Vaticano, fino all'epilogo finale.

Durante una riunione con i nuovi vertici della comunicazione Scaraffia, due mesi fa, ha capito che non era più possibile andare avanti così liberamente. «I nuovi vertici della comunicazione mi hanno informato che il nuovo direttore dell'Osservatore Romano avrebbe preso la direzione del nostro mensile e avrebbe partecipato alle nostre riunioni, in buona sostanza noi saremmo state mese sotto tutela». Una accusa pesantissima.

Il messaggio «era chiaro la festa è finita, la libertà che avevamo avuto fino quel momento non ci sarebbe stata. Il resto è conosciuto. Abbiamo cercato di resistere e poi abbiamo gettato la spugna» scrive Scaraffia che conclude amaramente: «Cosa resta di questa esperienza? Un paradosso. Abbiamo cercato di parlare nome delle donne liberate dalle ideologie e di pregiudizi dentro una istituzione rigida, patriarcale e storicamente poco incline ad accettare la libertà di pensiero».

Naturalmente i nuovi vertici della comunicazione non hanno affatto liquidato Donne Chiesa Mondo. Il mensile femminile esce e uscirà regolarmente e assicurano in Vaticano, l'esperienza fatta con la precedente direzione resterà patrimonio comune. Tuttavia – almeno nel primo numero pubblicato la scorsa settimana – delle battaglie femminili tanto scomode non c'è traccia. La speranza è che vengano recuperate cammin facendo. Chissà. 
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