La felicità è una scienza (e va studiata ogni giorno)

La felicità è una scienza (e va studiata ogni giorno)
di Valeria Arnaldi
Mercoledì 29 Maggio 2019, 09:02 - Ultimo agg. 10:54
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Scegliere di essere felici è il primo passo per diventarlo. Lo dice la letteratura: «Quel che il sole è per i fiori, i sorrisi sono per l'umanità», scriveva Joseph Addison, autore inglese di fine Seicento. Lo conferma la scienza, che del sorriso e della ricerca della gioia fa ingredienti per una vita sana e lunga.
È proprio a questa ricerca connaturata all'uomo che dedica il suo nuovo libro Eliana Liotta, scrittrice e divulgatrice scientifica che, dopo i best seller La Dieta Smartfood, con bollino scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, Il bene delle donne, scritto con il senologo Paolo Veronesi, e L'età non è uguale per tutti, in collaborazione con medici e ricercatori dell'ospedale universitario Humanitas, oggi torna in libreria con Prove di felicità. 25 idee riconosciute dalla scienza per vivere con gioia, in collaborazione con Università e Ospedale San Raffaele di Milano, pubblicato da La nave di Teseo.

LE REGOLE
«Non è un manuale - spiega Eliana Liotta - ma un saggio su evidenze scientifiche. La felicità è quanto di più personale ci sia, non esistono regole e rifuggo da chi pensa di poterle indicare. Oggi sul tema c'è una letteratura scientifica interessante e grazie a tecnologie, come la risonanza magnetica funzionale, possiamo visualizzare il cervello in azione, analizzandone le modificazioni».
Affiancando dati di laboratorio con altri che derivano da questionari, spaziando quindi da neuroscienze e biochimica a psicologia e sociologia, il volume illustra venticinque idee riconosciute dalla scienza per tentare di godere la vita e stare meglio. Gesti individuali, comportamenti anche molto semplici che possono, però, insegnare a trarre soddisfazioni dalla vita di tutti i giorni. Comportamenti per cercare la felicità. O costruirla. Così, il sorriso non è più solo metro di allegria ma pratica cui allenarsi per sentirsi meglio.

IL VISO
«Le emozioni devono anche essere espresse - afferma - il fatto stesso di sorridere fa stare meglio noi e gli altri. D'altronde, è provato che il sorriso è l'espressione che più riconosciamo sul volto degli altri, probabilmente perché in passato era importante distinguere subito gli amici dai nemici». In tal senso, perfino il botulino può far bene. Nel 2013 il Journal of Psychiatric Research ha pubblicato i risultati di una ricerca che rivela l'efficacia, nel ridurre la depressione, di un trattamento con tossina botulinica per spianare le rughe tra le sopracciglia. Studi più recenti guardano al botox per le forme croniche di ansia. «Sembra proprio che quando non si ha più la fronte corrucciata, ci si rassereni. Questo non vuole essere un invito a fare il botulino, sia chiaro, ma non bisogna demonizzare chi si sottopone a qualche intervento». Non solo sorrisi. Gli abbracci sollecitano il cosiddetto ormone del benessere. Accarezzare cani o gatti riduce lo stress e fa rilasciare ossitocina sia agli uomini, sia agli animali. La solitudine aumenta il rischio di soffrire di infiammazione cronica, condizione alla base di patologie come cancro e Alzheimer.
Lo stress è un fattore negativo per l'apparato cardiovascolare. Ha effetti benefici invece stare con gli altri, dire grazie, dedicare tempo a se stessi e alle arti, dormire bene, consumare happy food, dai cereali integrali all'olio extravergine d'oliva. Un peso importante lo ha la luce. È stata scoperta un'area cerebrale che media i suoi effetti sull'umore. Di mattina, il cortisolo tocca il picco, mantenendo alta la concentrazione, di sera c'è più propensione alla creatività. Anche le lacrime aiutano. «Tutti gli animali hanno le lacrime basali - prosegue Liotta - solo noi abbiamo il pianto emozionale e gli scienziati vi hanno riscontrato un effetto anestetico che lenirebbe la sofferenza. Si è scoperto che chi piange guardando un film drammatico dopo un'ora sta meglio di chi non lo ha fatto».

GLI ESERCIZI
La gentilezza è un altro esercizio di benessere. «L'idea hobbesiana dell'homo homini lupus non pare confermata dalla scienza, l'uomo ha un senso innato di altruismo e gentilezza. Già nei bimbi si vedono esempi di generosità. Il male esiste ma scienziati e filosofi iniziano a pensare sia una sorta di deviazione della natura umana». Trovare tempo per sé, riscoprire la lentezza contro la frenesia, valorizzare le relazioni con gli altri: a ben guardare pare che il primo ostacolo nella ricerca della felicità sia nei ritmi della società moderna. «La tecnologia è importante pure per vivere meglio - commenta - ma ci vuole un po' di attenzione, non possiamo perdere il tempo analogico, smarriremmo noi stessi. Ogni tanto è bene uscire dal grigio della città, cercare il contatto con la natura, dimenticare il cellulare. Il problema non è la tecnologia ma l'uso che se ne fa».
La via per la gioia passa anche per l'intestino. «Uno degli ambiti che sta interessando di più gli scienziati - conclude Liotta - è il microbiota, ossia i batteri che popolano l'intestino. Si dice che ci sia un collegamento immediato tra pancia e testa. E si pensa che la composizione del microbiota possa influenzare l'umore. Stiamo parlando di avanguardia ma è allo studio la possibilità di creare psicobiotici, integratori con i batteri che potrebbero migliorare, appunto, l'umore».
 
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