L'appello delle donne ai governi d'Europa per affrontare uniti l'emergenza: firma anche Elena Ferrante

L'appello delle donne ai governi d'Europa per affrontare uniti l'emergenza: firma anche Elena Ferrante
Venerdì 10 Aprile 2020, 14:44
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L'appello delle donne all'Europa. In questo momento di crisi, si mostri unita e solidale Basta con le divisioni e gli egoismi. É arrivato il momento di ripensare l'Europa e riportarla a quei valori che le donne da sempre hanno custodito: le relazioni, la solidarietà, la responsabilità. E farla ripartire dalla forza e dalla competenza delle donne. “Se non ora quando - Libere” ha lanciato una sottoscrizione europea per chiedere ai governi di far cadere barriere e reagire uniti all'emergenza.


Finora sono state raccolte oltre mille firme. Hanno già aderito all'appello scrittrici, registe, donne della cultura e della scienza di vari paesi, tra queste Elena Ferrante, Cristina Comencini, Dacia Maraini, Julia Kristeva, Annie Ernaux, Marcella Diemoz, Margarethe Von Trotta tra le altre.






«Dalle case in cui siamo confinate - si legge nel testo - dalle case che sono state per millenni i nostri luoghi di vita e di cura, dalle case a cui ancora oggi torniamo, dopo il lavoro, per occuparci della famiglia, da queste case noi scriviamo ai governi e ai governanti d'Europa, non per chiedere, ma per esigere che, dinanzi a questa tragedia che colpisce tutti, cadano gli egoismi nazionali e che l’Europa si mostri unita, solidale, responsabile. Le donne hanno sempre avuto una forza immensa nel reagire e tenere insieme i nuclei familiari, nutrirli e curarli. Lo hanno dimostrato durante l'ultima guerra mondiale, lo stanno facendo anche ora in questa pandemia insieme agli uomini impegnate in massa nei lavori attualmente consentiti. Ma al contrario del dopoguerra, questa volta noi ci siamo, siamo nella società in parità e vogliamo che la ricostruzione questa volta avvenga tenendo conto di esigenze e valori che sono incisi nella nostra Storia ed esperienze di donne e che sono stati troppo a lungo trascurati. L'epidemia ha rimesso al centro delle nostre vite i corpi delle persone, la famiglia, le relazioni, la solitudine, la salute, il rapporto tra le generazioni, l'economia e l'umano. Se l'Europa reggerà l'urto di questo assalto sarà anche per quei valori che, spesso definiti come "privati", sono diventati nel corso dei giorni valori pubblici, hanno contrastato il diffondersi della malattia e l'hanno - speriamo - vinta. L'Europa deve rifondarsi su questi valori, sulla forza e le competenze delle donne deve dare vita a un grande piano comune che tenga conto di queste priorità. Nelle case le donne, separate tra loro, sono unite da questa volontà comune».

 

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