Storie Maledette sotto schiaffo per non rispettare Convenzione di Istanbul, stereotipi contro le donne

Storie Maledette sotto schiaffo per non rispettare Convenzione di Istanbul, stereotipi contro le donne
Lunedì 15 Giugno 2020, 21:28
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L'accusa è pesante e potrebbero intervenire i vertici della Rai e la Commissione Parlamentare di Vigilanza: «Un programma come Storie Maledette non sarebbe andato in onda ieri se la Rai applicasse le raccomandazioni del Grevio, il Gruppo sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa, frutto della Convenzione di Istanbul firmata e ratificata anche da noi. Nel suo ultimo rapporto il Grevio ha segnalato quanto i media in Italia continuino a perpetrare stereotipi e pregiudizi nei quali affondano le radici della violenza maschile contro le donne». A sollevare il caso destinato a fare discutere è Antonella Veltri, presidente di D.i.Re-Donne, la rete antiviolenza.

Al centro di questo caso c'è l'ultima puntata di Storie Maledette, condotto da Franca Leosini che ha ospitato Sonia Bracciale, una donna condannata a 21 anni di carcere come mandante dell'omicidio del marito che per anni l'ha massacrata di botte, umiliata, maltrattata rendendole la vita un inferno sulla terra. 

La puntata del programma è stata «un concentrato di insinuazioni, stereotipi sessisti, giudizi moralistici, colpevolizzazioni per la violenza subita, e giustificazioni del maltrattante in prima serata tv. Si chiama vittimizzazione secondaria, succede ancora continuamente nelle aule dei tribunali, dove le donne che denunciano la violenza non sono credute. Ieri questo trattamento è stato imposto a Sonia Bracciale, che è stata umiliata, maltrattata, da Franca Leosini nel suo programma su Rai Tre». 

La Leosini ha affermato - riferendosi a Sonia Bracciale - che «la responsabilità ce l’ha anche lei come tutte le donne che non mollano il marito al primo schiaffone». DI.Re.Donne mette in luce quanto sia prepotente e insopportabile l’eterno «giudizio verso le donne che non se ne sono andate per tempo dal violento. Neppure quanto vengono ammazzate, si smette di giudicarle».


 

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