Chi l'ha detto che rappare non è una cosa da donne? L'avanzata italiana delle rapper

Elettra Lamborghini
Elettra Lamborghini
di Mattia Marzi
Lunedì 16 Dicembre 2019, 08:21 - Ultimo agg. 09:13
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Chi l'ha detto che rappare non è una cosa per signorine? Da Baby K a Myss Keta, passando per Madame, Priestess, Elettra Lamborghini e Chadia Rodriguez: l'altra faccia della scena è donna. Rimaste a lungo in disparte, le ragazze del rap hanno iniziato a farsi ascoltare. Facendosi largo con fierezza in un ambiente dominato prevalentemente da maschi. Sono determinate: non lasciano che i pregiudizi gli sbarrino la strada. Femmine alfa, come cantava Baby K: Guerriera sopra un palco, sguardo verso l'alto. Classe 1983, prodotta da Tiziano Ferro, con Una seria Claudia Judith Nahum anticipò i tempi, rendendo pop il rap femminile e sdoganando nel nostro Paese la figura della femcee - così si chiamano le donne che rappano - resa popolare negli Usa da Nicki Minaj e Iggy Azalea (prima c'erano state Missy Elliott, Lauryn Hill e Fergie, e in Italia negli Anni 90 nicchia Vaitea e La Pina). Con Roma-Bangkok, insieme a Giusy Ferreri, è stata la prima italiana a conquistare il Disco di diamante.
 
 


Elettra Lamborghini arriva dalla tv. Venticinque anni e un cognome importante (è nipote di Ferruccio, fondatore della casa automobilistica), deve la sua popolarità ai reality di MTV che l'hanno resa un personaggio già prima della sua partecipazione come giudice a The Voice: il suo album, Twerking queen, è stato anticipato dal video di Pem pem - che ha da poco superato i 120 milioni di clic su YouTube - in cui Elettra non si vergogna di mostrare le sue forme. Dalla tv è stata lanciata anche Luna, vista a X Factor: per il suo singolo d'esordio Los Angeles la 17enne sarda ha collaborato con Big Fish, colonna dell'hip hop italiano.
Vogliono essere giudicate per il loro talento, ma puntualmente fanno i conti con commenti poco eleganti come quelli sotto ai loro video in rete, dove vengono accusate di essere delle poco di buono per utilizzare nelle canzoni lo stesso linguaggio duro dei maschi. Priestess - vero nome Alessandra Prete, pugliese classe 96 - per rispondere alle critiche con Brava ha inciso un inno all'emancipazione femminile: «Ho deciso di intitolarlo così perché è un aggettivo che non viene più usato: oggi l'immagine sembra più importante dell'essere Brava a fare quello che vuoi fare».

A Roshelle (24), invece, piace provocare: a ottobre si è presentata in perizoma e abito a rete sul red carpet alla Festa del Cinema di Roma. Intanto, dopo il Disco di platino di What U do to me, lavora all'album. Non mancano liti come quella tra le torinesi Beba (25) e Chadia Rodriguez (21), che si sono lanciate frecciatine. Ma la scena è compatta. Myss Keta ha invitato molte delle sue protagoniste a partecipare al video-manifesto del movimento, Le ragazze di Porta Venezia. Mischiando erotismo e satira, fa proseliti sul web: gira con un fazzoletto e gli occhiali scuri per mantenere segreta la propria identità. Sulla copertina del suo album Paprika cavalca un'enorme mortadella, come Valeria Marini sulla locandina del film erotico Bambola: «Non sono una santa, ma una donna che conta», dice in una delle sue canzoni. Suo fan è Massimo D'Alema, che l'ha avvicinata prima di un concerto per una foto diventata virale sui social.

Marïna (vero nome Marina Morasca, romana, classe 94, legata a Sick Luke, tra i produttori più acclamati della scena trap) e Madame (17 anni, del roster di Paola Zukar, manager di Fabri Fibra, soprannominata la signora del rap) sono solo le ultime arrivate. A dimostrazione che la scena è sempre più vivace e influente. E chissà che una di loro non riesca a conquistare l'Ariston, ora che il rap a Sanremo è stato ormai sdoganato.
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