Sex toys per donne premiato e poi censurato, dopo mesi di polemiche arrivano le scuse (e il premio)

Sex toys per donne premiato e poi censurato, dopo mesi di polemiche arrivano le scuse (e il premio)
di Costanza Ignazzi
Martedì 28 Maggio 2019, 08:40 - Ultimo agg. 12:29
3 Minuti di Lettura
Piacere femminile, questo argomento sconosciuto e scomodo. Soprattutto oggetto di discriminazioni di genere. Un'altra puntata del gender gap. E' ciò che hanno pensato alla Lora DiCarlo, una azienda americana tutta al femminile, quando si è vista consegnare – e poi ritirare – il prestigioso premio per il prodotto più innovativo alla fiera di tecnologia CES di Las Vegas. L'accessorio finito al centro di una polemica nazionale si chiama Osé ed è un modello super innovativo di vibratore: grazie a sensori che si attivano con il calore del corpo, si usa senza l'ausilio delle mani e, per dirla con chi l'ha ideato, è in grado di garantire un'esperienza uguale a quella un rapporto con un vero partner. Peccato che l'Innovation Award vinto da Osé sia stato prontamente revocato senza tante cerimonie. Di punto in bianco.

Sesso e giovani? In tv meglio evitare: quel tabù mai superato

La spiegazione? Per la Consumer Technology association, che gestisce il premio, Osé era «osceno, immorale e non in linea con l'immagine dell'associazione». «Cose da non credere – sottolinea Lora Haddock, fondatrice e Ceo della Lora DiCarlo – se si pensa che ogni anno, nei padiglioni del CES vengono esibite sex doll e film a luci rosse in realtà virtuale».

Ma il team di donne della start up non si è dato per vinto e ha scatenato il caso: quattro mesi dopo una battaglia mediatica giocata sul tema del gender gap il premio era di nuovo loro, con tanto di scuse ufficiali e finanziamento addizionale di due milioni di dollari che serviranno a mettere in commercio Osé entro la fine del 2019. Un lieto fine per la compagnia impegnata nella lotta contro le discriminazioni di genere, un piccolo passo avanti nel dibattito sulla sessualità al femminile, che troppo spesso, anche nel disinibito mercato dei sex toys, resta un tabù da infrangere.

Secondo l'organizzazione no profit statunitense Aiga Eye on Design, la discriminazione nel settore c'è e si vede: letteralmente, visto che perfino le pubblicità di prodotti associati alla sfera sessuale delle donne vanno spesso incontro a restrizioni e censure nemmeno tanto velate su social media, riviste e spazi pubblici. L'anno scorso, l'Autorità per il trasporto pubblico di New York ha negato a Unbound, compagnia specializzata in sex toys indossabili, l'autorizzazione ad affiggere manifesti pubblicitari. Stessa (triste) storia per Dame, brand il cui credo è «colmare il gap tra uomini e donne in camera da letto».

E tutto ciò malgrado nessuna delle reclame in questione comportasse immagini di nudo o contro la pubblica decenza. Un divario, quello tra la gestione della sessualità maschile e femminile, che un numero sempre crescente di start up avviate da giovani donne si impegna quotidianamente a riempire. Polly Rodriguez, 31enne, Ceo di Unbound, ha deciso di fondare una propria compagnia quando, a seguito della menopausa precoce causata dalla radioterapia, si è resa conto delle difficoltà di reperire lubrificanti e oggetti per il piacere personale di qualità e a prezzi accessibili.

«D'altra parte – ha spiegato – i sex toys sono stati disegnati per gli uomini perché, beh, cosa non è stato creato per loro?». Il suo brand è nato nel 2014 e due anni dopo ha lanciato la prima linea di prodotti per il piacere indossabili: sex toys che diventano di collane, braccialetti e orecchini. «Quando sono andati sold out – ricorda Polly – abbiamo capito che avevamo imboccato la strada giusta».

Stesso discorso per Alexandra Fine e Janet Lieberman, rispettivamente sessuologa e ingegnere laureata al Mit, che insieme hanno deciso di fondare Dame, raccogliendo in pochi mesi 500mila dollari su Indiegogo per produrre Eva, piccolissimo vibratore disegnato per stimolare il clitoride. L'intento è promuovere un approccio che faccia riferimento al benessere per «rimuovere lo stigma che continua a circondare l'acquisto di sex toys femminili». La battaglia è solo all'inizio, ma, soprattutto negli ultimi anni, sono sempre di più le donne in prima linea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA