Mamme su Zoom, le nuove protagoniste: alle presidenziali saranno l'ago della bilancia

Mamme su Zoom, le nuove protagoniste: alle presidenziali saranno l'ago della bilancia
Mamme su Zoom, le nuove protagoniste: alle presidenziali saranno l'ago della bilancia
di Anna Guaita
Sabato 6 Giugno 2020, 10:24 - Ultimo agg. 12:47
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Si incontrano in genere la sera, prima della cena o immediatamente dopo. In mano un aperitivo o una tisana digestiva, socializzano virtualmente. Parlano dei figli, della scuola, del lavoro, e di politica. Sono donne bianche, con figli a casa, di classe media e medio-alta. In genere vivono nei tranquilli e verdeggianti sobborghi delle grandi città. Sono quasi tutte in carriera, o comunque hanno un impiego part-time, e, come l'intero Paese, da metà marzo per colpa dell'epidemia sono state relegate a lavorare in remoto. E dopo qualche giorno di smarrimento e di rodaggio, hanno scoperto che il mezzo di comunicazione che le loro aziende usavano per conferenze e comunicazioni poteva trasformarsi per loro in un salotto virtuale in cui vedere le amiche, le colleghe, i parenti, le mamme degli amici dei figli. Un sondaggio condotto dal sito Axios ha confermato che prima della pandemia il 50% della popolazione Usa faceva ricorso alle videoconferenze. Con l'inizio del lockdown, la percentuale è salita al 75%, e l'aumento è stato dovuto soprattutto alla accresciuta partecipazione delle donne. Il 56 per cento delle videoconferenze oggi avviene fra donne. Tutte queste mamme esistevano anche prima, certo, ma in ordine sparso. Ora sono diventate una tranche sociale compatta che ha in comune il ricorso a Zoom, e sono infatti state già etichettato con il termine Zoom Moms. E su queste donne gli esperti di comunicazione, pubblicità e politica hanno messo gli occhi, interessati, famelici anzi.

ANNI OTTANTA
Le zoom moms sono milioni, e possono essere l'ago della bilancia che decide dove andrà il Paese. Non è la prima volta nella storia recente degli Stati Uniti che le moms vengono identificate come una forza trainante, decisiva. Negli anni Ottanta ad esempio compaiono le supermoms, le americane maturate dopo le conquiste del movimento di liberazione della donna, che finalmente hanno una carriera, ma devono anche curarsi della casa e dei figli. È la stagione dei sacrifici pur di sfondare. Il film Baby Boom di Diane Keaton ne fa un ritratto abbastanza efficace. Nessuno però pensava ancora che le supermoms fossero un compatto settore trainante, e bisogna arrivare al 1996, e all'astuto Bill Clinton, perché le mamme diventino oggetto di corteggiamento assiduo da parte dei politici. Le soccer mom sono quelle che tornano a casa dal lavoro, si tolgono i tacchi, indossano le scarpe da ginnastica, caricano i figli sui suv, e li portano all'allenamento di calcio. Sotto l'etichetta di soccer moms rientrano di fatto tutte le mamme che portano i figli in automobile a fare attività di doposcuola, dal calcio al nuoto, dal balletto alla musica. Milioni di donne dei sobborghi residenziali, che si rivelano moderatamente progressiste e disposte ad appoggiare riforme sociali purché le finanze federali siano a posto. Clinton le conquista facilmente e si aggiudica il loro voto decisivo per la rielezione nel 1996.
Ma ci vogliono altri otto anni, fino al 2004, dopo che il Paese ha attraversato lo shock dell'Undici Settembre ed è immerso nella guerra in Iraq, per trovare un altro compatto carro armato politico simile alle soccer moms, e questa volta la situazione cambia radicalmente. Adesso a fare massa sono le security moms, quelle che si preoccupano della sicurezza del Paese, del terrorismo, e che si spostano tutte nel partito repubblicano, poco convinte che i democratici abbiano lo stomaco di proteggere le loro famiglie e i loro figli, costi quel che costi. Sono loro che rieleggono George Bush Jr., nel 2004.
Quattro anni dopo, nel 2008, nel mezzo della crisi finanziaria, le mamme che fanno notizia non sono più quelle benestanti, ma quelle che fanno fatica a mettere il pane sulla tavola, le Walmart moms, dal nome del grande magazzino popolare famoso per i suoi prezzi stracciatissimi. Sono donne con figli piccoli a casa, oberate dalla fatica e dalle preoccupazioni, poco interessate alla politica. Il loro è un voto pragmatico, e ondeggiante: contribuiscono a eleggere Obama, ma due anni dopo, alle elezioni di midterm, gli si rivoltano contro e contribuiscono all'ondata repubblicana alla Camera e al Senato, per poi tornare a votare per lui nel 2012.

IL SONDAGGIO
E ora sul palcoscenico ci sono le zoom moms. Un sondaggio condotto da Axios-Ipsos rivela che il 40 per cento è democratico, il 36 per cento è indipendente e il 25 per cento è repubblicano. Questa stessa tranche sociale le donne bianche della borghesia medio e medio alta fu cruciale per la vittoria di Donald Trump nel 2016. Contro l'attesa di tutti, aveva preso Hillary Clinton in antipatia e volle scommettere sull'imprenditore miliardario di New York. La grande incognita, ora che siamo a pochi mesi dalle elezioni del 3 novembre, riguarda i loro interessi politici dopo quattro anni di presidenza Trump. I maghi della comunicazione online stanno studiando come raggiungerle, come sfruttare la loro frequenza del web. È anche opinione diffusa che tramite le zoom moms sia adesso possibile raggiungere anche le generazioni più anziane. Come conseguenza della quarantena, sono state milioni le famiglie che hanno dovuto insegnare ai nonni come usare le piattaforme di social conference, con l'effetto di digitalizzare generazioni che erano restie ad avventurarsi on line. La capacità delle zoom moms di fare da cassa da risonanza è dunque vastissima. Sia Trump che il suo rivale, l'ex vicepresidente Joe Biden, che corre per i democratici, stanno già facendo salti mortali per ottenere la loro attenzione. La socializzazione virtuale, sia essa su Zoom o Skype, promette di rimanere un punto fermo anche nel futuro. E le zoom moms ne saranno protagoniste.
 

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