L'India ha vissuto oggi l'ennesima giornata di tensione, dopo la scoperta della morte di un'altra giovane donna, anche lei violentata e brutalizzata in Uttar Pradesh, a 500 chilometri dal villaggio della «vittima di Hathras». Donne, gruppi di femministe, studenti, attivisti dei diritti umani sono scesi a migliaia in strada chiedendo giustizia e sicurezza per le indiane. «Ieri e oggi sono due giorni neri nella nostra storia», «fate cessare la violenza assassina contro le donne», sono stati gli slogan più ripetuti. Secondo quanto si è appreso solo questa mattina, la nuova vittima, una ventiduenne, anche lei appartenente alla casta dei Dalit, gli ex «intoccabili», qualche giorno fa sarebbe stata rapita, violentata e lasciata agonizzante davanti alla porta di casa nel distretto di Balrampur. A esacerbare gli animi sono arrivate, col sapore di una provocazione, le dichiarazioni di Prashant Kumar, comandante della Polizia dell'Uttar Pradesh. Kumar ha fatto sapere che, secondo l'autopsia del laboratorio di Scienze Forensi dell'ospedale in cui è morta, la «vittima di Hathras» non avrebbe subito violenza sessuale, ma solo un'aggressione fisica. «La verità è stata falsata per disturbare l'armonia sociale e creare violenza tra le caste», ha insistito Kumar.
A second woman is gang-raped and killed within a week in India after teenager's brutal murder shocked the country https://t.co/yYjTRwUpUb
— Daily Mail Online (@MailOnline) October 1, 2020
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