Processo Weinstein, l'ex produttore in aula con il deambulatore: adesso rischia l'ergastolo

Weinstein, al via il processo: l'ex produttore in aula tra le proteste, rischia l'ergastolo
Weinstein, al via il processo: l'ex produttore in aula tra le proteste, rischia l'ergastolo
Lunedì 6 Gennaio 2020, 18:19 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 11:06
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Colpo di scena nel caso Harvey Weinstein: mentre a New York ha preso il via l'atteso processo per molestie e stupri, un nuovo fronte si è aperto a Los Angeles con l'ex produttore rinviato a giudizio per reati sessuali. Due stupri in due giorni, il 17 e 18 febbraio, nella settimana che precedeva gli Oscar, hanno portato a quattro nuovi capi di imputazione sulla base delle denunce di due donne, una delle quali un'attrice e modella italiana che nel 2017 aveva raccontato le violenze subite al Los Angeles Times.

Processo Weinstein: l'ex produttore in aula tra le proteste, rischia l'ergastolo


A confermare al quotidiano che è proprio lei, l'italiana che nel frattempo di è trasferita in California, una delle due accusatrici dell'ex mogul di Miramax è stato il suo avvocato David Riggs. Le nuove incriminazioni sono state annunciate poche ore dopo l'ingresso di Weinstein in tribunale a Manhattan per l'inizio del processo. Reduce da una operazione alla schiena, l'uomo un tempo tra i più potenti di Hollywood è arrivato sorretto da due uomini e appoggiandosi a un deambulatore: sofferente, trasandato e ben diverso dal personaggio tracotante che per decenni aveva deciso il destino di star e copioni. Ad attenderlo fuori dal tribunale c'era una piccola folla di manifestanti tra cui le attrici Rose McGowan e Rosanna Arquette. «Tempo scaduto per le molestie in tutti i luoghi di lavoro.
 


Tempo scaduto per le scuse senza conseguenze. Tempo scaduto per la cultura del silenzio», ha detto quest'ultima. Weinstein è accusato di violenze e stupri da una novantina di donne alcune delle quali, come Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow, sono star di prima grandezza: fino ad oggi due soltanto tra queste, una delle quali ancora anonima, erano riuscite a superare gli ostacoli procedurali e di credibilità convincendo il procuratore capo di New York Cyrus Vance a portare il caso davanti alla giuria.
 
 

Gli sviluppi di Los Angeles aprono un secondo fronte: se riconosciuto colpevole in California, Weinstein rischia 28 anni di carcere, intanto comunque dovrà pagare una cauzione di cinque milioni di dollari perchè considerato a rischio di fuga. Tra le accusatrici di Weinstein a New York, quella uscita allo scoperto e che deporrà contro di lui è Mimi Haleyi, ex assistente di produzione alla ormai defunta Weinstein Company: afferma che il produttore la invitò nel 2006 nella sua casa di New York, le levò il tampone e la costrinse a un atto di sesso orale. «Nessuna donna dovrebbe essere sottoposta a questo tipo di inaccettabile abuso», aveva detto all'epoca la Haleyi ai giornalisti: «Le donne hanno diritto di dire no. Un no è un no, a prescindere dalle circostanze, e io gli dissi di no». Una linea condivisa da un'altra accusatrice di Weinstein, Jasmine Lobe, in una intervista alla Bbc: «Per questo ho rotto il silenzio».​​

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