"Fashion renting", abiti e accessori firmati ora si noleggiano: l'ultima tendenza che supererà il vintage

Courtesy of Espresso Communication
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di Gustavo Marco Cipolla
Lunedì 8 Luglio 2019, 18:56 - Ultimo agg. 18:58
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"Rent a car", "rent a room", "rent a boyfriend" per un selfie-ricordo al Colosseo. E adesso anche "rent a dress", grazie ad una tendenza tutta made in the Usa che, dopo aver conquistato il Regno Unito di Sua Maestà la Regina e aver varcato l'inespugnabile Muraglia Cinese, è approdata in Italia rivoluzionando lo stile di vita delle millennials e delle appassionate di shopping online. Si chiama fashion renting e, secondo uno studio condotto dall'agenzia Espresso Communication, il noleggio di abiti e accessori firmati sul web avrà un valore di circa 2 miliardi di dollari nel 2023, conciliando l'esigenza antispreco con la sostenibilità ambientale e il risparmio.

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Quest'ultimo non inteso nel senso dispregiativo e "cheap" del termine, anzi. L'obiettivo è infatti quello di essere trendy e impeccabili con capi, borse e scarpe griffati senza acquistarli ma prendendoli in prestito, a cifre modiche, per un determinato periodo. Giusto il tempo di sfoggiare quella desiderabile gonna da "Diavolo veste Prada" in un paio di occasioni e rispedirla al mittente senza aver speso un occhio della testa. A rendere il tutto ancora più facile, l'assistenza di neonate figure professionali, i "fashion renter", che dispensano consigli di stile per tutte le esigenze. Così quelle meravigliose passeggiate nei mercatini vintage alla ricerca del pezzo d'antiquariato che fa invidia anche alle mamme e la corsa sfrenata al vestito "second hand" lasciano il passo ad un nuovo modo di essere alla moda. I sogni son desideri e, se è vero che ogni fanciulla fashionista che si rispetti vuole avere a disposizione un armadio infinito senza far ricorso al fast fashion, il renting è la soluzione alternativa al low cost che si aspettava da tanto. E va incontro al concetto di moda etica e sostenibile. Nel pieno rispetto dell'ambiente, considerando che, come riportato da El Pais, solo nell'Unione Europea i rifiuti tessili ogni anno ammontano a 16 milioni di tonnellate e gli abiti "usa e getta" hanno una vita media inferiore ai 160 utilizzi. Nell'analisi condotta su oltre 30 testate italiane e straniere da Espresso Communication per la startup milanese DressYouCan  emerge che il fenomeno del "fashion renting" è una novità molto apprezzata dalle italiane attente al portafoglio e all'ecologia.

«Con il fashion renting chiunque può realizzare il desiderio d’indossare capi d’alta moda per un’occasione speciale - sottolinea Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan - o semplicemente risolvere il quotidiano problema dell’outfit da ufficio, affidandosi completamente alle competenze di esperte fashion renter. Il noleggio di abiti rappresenta un asso nella manica per stupire con la propria eleganza, nonché una perfetta soluzione per chi sogna un guardaroba illimitato che non alimenti sprechi e inquinamento. L’idea della nostra startup è l’esatto opposto della moda low cost: punta sulla qualità e rende l’abbigliamento di classe alla portata di tutti con prezzi accessibili e con un sistema di noleggio online e offline molto semplice che sta riscuotendo grande successo». Niente più stress e ansia da «cosa mi metto?» e punzecchianti «ma come ti vesti?», grazie alle dritte dei fashion renter, risparmiando tempo e fatica per essere impeccabili in ogni situazione, anche in caso di gravidanza. Per The Telegraph, infatti, le donne spendono in media quasi un anno della loro vita, precisamente 287 giorni, a rovistare nell’armadio per scegliere l'outfit adatto e di solito «amano quello che comprano, ma odiano i due terzi di ciò che è nei loro armadi», in base a quanto sostiene la celebre giornalista americana di costume Mignon McLaughlinGiovanni Maria Conti, docente di Storia e Scenari della Moda al Politecnico di Milano spiega «il fashion renting rappresenta un nuovo modo di consumare soprattutto per Generazione Z e Millennials, i target più attenti alla sostenibilità. Da tre anni a questa parte il concetto di sharing si è allargato e andiamo verso un consumo che non è più originato dal possesso, ma dalla possibilità di poter utilizzare, anche solo per poche ore, un oggetto. Probabilmente non è più il tempo di possedere, ma di potersi permettere un’esperienza». Una tendenza amata dalle influencer come Marie-Loù Pesce e Pamela Soluri, secondo cui con il fashion renting l'alta moda non è più un'utopia e l'eterno problema del dress code viene risolto alla grande con il noleggio temporaneo e la consegna a domicilio. 

È quindi cominciata l’era dell’"experience economy", come riporta CNBC, nella quale si preferisce spendere per esperienze come viaggi o concerti piuttosto che per vestiti, gioielli o accessori. La ricerca degli psicologi statunitensi Amit Kumar, Thomas Gilovich e Matthew Killingsworth conferma la tesi per cui le persone si sentono felici se investono in un'esperienza di vita anziché in un acquisto programmato che, al contrario, può generare frustrazione. Il noleggio, a differenza dell'acquisto, diventa un'esperienza proprio grazie ai fashion renter. E l'abito che non potremo mai comprare diventa nostro anche se per qualche giorno. Le delivery, come nel caso di DressYouCan nella città meneghina, avvengono poi con un servizio di pony sharing eco-friendly in collaborazione con TakeMyThing, rispettando l'ambiente e riducendo le emissioni di CO2. E se il noleggio modaiolo chiama, la Capitale risponde al momento solo con La Bottega di Alice per costumi cinematografici e con l'Atelier delle Sorelle Ferroni per gli abiti da cerimonia o altri piccoli esempi del genere. A Livorno, Lovedress  offre esperienze di lusso con look esclusivi, da cocktail e addirittura mise adatte alle feste di laurea. Nella web-boutique milanese Drexcode, invece, il renting dei capi delle ultime collezioni dei grandi marchi, così come quello di un abito da sposa o di un bijou, può durare dai 4 agli 8 giorni. La propria preferenza si esprime romanticamente lasciando un cuore sull'outfit selezionato. Perché, dopotutto, vestirsi come si vuole è sempre un atto d'amore verso se stessi.





 

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