Borsello da uomo, il ritorno: ma non dovevamo vederci più?

Borsello da uomo, il ritorno: ma non dovevamo vederci più?
di Anna Franco
Sabato 29 Agosto 2020, 09:23
3 Minuti di Lettura

Sono tra noi. È possibile avvistarli un po' ovunque, intenti a nascondere la loro discutibile estetica dietro l'imperativo della praticità. Sono gli uomini col borsello, appendice che cade floscia sui fianchi e appesa a una tracolla obliqua sul torace. D'estate aumentano, complice la mancanza di capispalla e relative tasche dove poter riporre tutto ciò che è indispensabile. È la sempiterna lotta tra il cuore, che soffre per ciò che non è bello, e la ragione, che si domanda dove mettere chiavi, portafogli e, quest'anno, anche mascherina quando si esce. Le case di moda, poi, danno il loro, perché laddove c'è necessità di qualcosa si crea anche l'offerta e il relativo business. Tutte le griffe propongono il loro borsello, con varianti di grandezza, materiali, capienza.

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LOOK SPORTIVO
Jacquemus ha pensato a look sportivi, tessuto tecnico o meno, colori sgargianti, cinghie allungabili (quasi) all'infinito per le sue messenger. Junya Watanabe ha inserito l'oggetto in questione in un quadro più ampio, facendolo indossare a un dandy dal gusto ricercato e attento all'ambiente: la bisaccia, in questo caso, è in tessuto eco-friendly. Louis Vuitton, il cui core business sono pur sempre gli accessori, ha portato sulla passerella uomo primavera/estate l'apoteosi del borsello: una serie di sacche col famoso monogramma che si avvinghiavano attorno al corpo. D'altra parte, c'è anche chi ha pensato a ingentilire la forma optando per forme molto simili, se non identiche, a quelle delle borsette femminili. Vedere, per esempio, Dior Homme, Fendi o Versace.

E c'è anche chi propone delle clutch unisex, piccole e da tenere in mano. «Le ho provate - racconta lo stylist Simone Guidarelli, sempre pronto alle sperimentazioni - ma non credo facciano per gli uomini, che non amano avere le mani ingombre. E, poi, la loro capienza è davvero minima e si rischia di non risolvere alcun problema. Il borsello, invece, nemmeno lo considero. Sulle passerelle è appena appena guardabile, ma nella vita reale trovo che tolga fascino a tutti: non c'è speranza di uscirne bene. Inoltre, quella tracolla fa sembrare il malcapitato come sceso dall'auto senza aver slacciato le cinture. Visto che, però, un posto dove poggiare le nostre cose bisogna pur trovarlo, consiglio uno zainetto: colorato, vivace, in tessuto e non in pelle, materiale che fa subito trasferta di lavoro. E non troppo ingombrante: non dobbiamo partire per un campeggio settimanale, ma solo uscire per qualche ora».

FINTO USATO
Altra soluzione? Una shopper, basica, in nappa morbida, un po' used look, ma solo se ci si sente a proprio agio a portarla a spalla. Anche lo stilista Ermanno Scervino conferma: «Non mi vedrete mai e poi mai col borsello: telefonino in tasca e per tutto il resto un borsone in pelle». Che, d'estate, può essere in un modello più ristretto per una maggior libertà.

 

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