Coachella 2022 è un flop? Se dal Festival cult non emergono più tendenze

Coachella 2022 è un flop? Il Festival cult dopo la pandemia è sottotono (e nemmeno gli influencer fanno più tendenza)
Coachella 2022 è un flop? Il Festival cult dopo la pandemia è sottotono (e nemmeno gli influencer fanno più tendenza)
Costanza Ignazzidi Costanza Ignazzi
Giovedì 21 Aprile 2022, 09:09 - Ultimo agg. 22 Aprile, 09:46
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Gli influencer sono tornati a posare davanti alla ruota panoramica, colonizzando le ville con piscina in puro stile californiano affittate appositamente per le stories e i video su TikTok: qualcuna si è fatta riprendere nei minimarket di Indio in outfit festivaliero (bikini, stivali texani e poco altro). Ma Coachella 2022 è ormai agli sgoccioli, così come il nostro interesse per l'evento. 

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La storia e lo stop

Il Festival che negli ultimi anni era un appuntamento fisso per la definizione delle tendenze estive (e non solo) è tornato quest'anno dopo due edizioni di stop causa pandemia. Coachella come lo conosciamo oggi nasce nel 1999 da un'intuizione di Paul Tollett, all'epoca giovane promoter, che qualche anno prima era riuscito a portare a suonare nel deserto di Indio, California, i Pearl Jam e, fiutando il successo, aveva poi creato un evento musicale chiamato "Coachella. The City of Eternal Sunshine". Sarà stata la location, sarà stato il revival anni Settanta, ma gli echi di Woodstock - i puristi del genere ci perdoneranno - erano ben presenti e edizione dopo edizione, anche grazie agli investitori, il concertone in salsa californiana è diventato il punto di riferimento, più che per la musica, per le tendenze moda.
 

Modelle, attrici e influencer sulla cresta dell'onda non potevano esimersi dal participare: se non ci andavi non eri nessuno, ma, soprattutto, nessuno ti avrebbe vista.

Peccato che se nel 2020, in pieno lutto pandemico, la parola d'ordine era cercare di sentirci a Coachella nel limitato spazio dei nostri terrazzini, nel 2022 dobbiamo proprio dirlo: non esiste più il Festival di una volta.  

 

Le tendenze languono

Dal punto di vista musicale nulla da dire, anzi, sono state le esibizioni dal vivo gli unici punti salienti della nuova edizione: Harry Styles che duetta con Shania Twain, Billie Eilish headliner più giovane di sempre, i Maneskin che insultano Putin. Ma se parliamo di look, nessuna sorpresa. Styles e Damiano icone gender fluid di Alessandro Michele si sono esibiti in Gucci dalla testa ai piedi, tra completi di paillettes, giarrettiere e vestaglie, insomma nulla di nuovo da segnalare. E tra il pubblico il revival anni Settanta non è mai sembrato così lontano: sembra piuttosto di essere catapultati senza passare dal via nel remake campestre di Euphoria. Sono finiti i tempi di Poppy Delevingne con il copricapo indiano (oggi sarebbe accusata di appropriazione culturale) mentre Vanessa Hudgens e le altre danno libero sfogo al loro animo hippie. Quest'anno si sono visti molti abitini di tricot e svariate treccine, qualche cappello da cowboy e tante, tantissime mises psichedeliche. Vedi alla voce Paris Hilton, da sempre rimasta ancorata agli anni Duemila, o Leonie Hanne, con svariate mises che nessuno ha ben capito. 

Il disincanto da social

Insomma se avete avuto l'impressione che l'happening della primavera fosse un po' sottotono, probabilmente siete in buona compagnia. Cosa è successo? La prima motivazione è da ricercare nel modo diverso di intendere la parola trend, che oggi ha molte più sfaccettature rispetto a qualche anno fa, in soldoni quasi nessuno aspetta più di copiare il look della Kendall di turno (della quale infatti è stato commentato più il topless by the pool che altro): meglio puntare sull'originalità. E poi, rispetto ai tempi degli angeli di Victoria's secret in prima linea, è cambiato anche il modo di intendere i social: la generazione Z è ben consapevole che Instagram non equivale a realtà e se da tempo ha preso le distanze dai feed patinati delle influencer, sa bene che l'obiettivo di una comparsata a Coachella è semplicemente la vendita di un prodotto. Non per niente, secondo un recente sondaggio commissionato dalla banca di investimento Piper Sandler, solo il 22% degli intervistati di età compresa tra i 7 e i 22 anni ha indicato Instagram come la propria app preferita, in calo rispetto al 31% nella primavera del 2020. Scusa Coachella: i tempi sono cambiati (e gli appuntamenti che contano anche). 

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