Modella protesta in passerella da Gucci, il perchè del gesto di Ayesha Tan Jones

La provocazione della modella di Gucci sulla salute mentale. Il perchè del gesto di Ayesha Tan Jones
La provocazione della modella di Gucci sulla salute mentale. Il perchè del gesto di Ayesha Tan Jones
Martedì 24 Settembre 2019, 20:18 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 19:01
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Gucci e l'abitudine alla controversia. Non certo una novità. Tanto meno lo è per Alessandro Michele, direttore creativo del brand ormai dal 2015. E la sfilata per la collezione primavera-estate 2020, presentata la scorsa settimana alla Milano Fashion Week, per il binomio Gucci-polemica non è stata un'eccezione. In parte, volutamente. In parte no o, almeno, non direttamente da Michele. 

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Partiamo dal concept per l'evento e per la collezione. Ambiente asettico, bianco abbagliante, illuminazione intensa e un tapis roulant verde al centro della stanza che diventa nastro trasportare per il corpo di modelli scelti da Gucci. L'inizio della sfilata sconvolge gli ospiti. Le modelle sono scalze, immobili, trasportate dal nastro. I look sono concettuali. Sessanta capi spaziano tra le tonalità di una palette che dal bianco spazia solo fino al beige, tutti richiamano il sentimento di costrizione, alternando divise e uniformi. Abiti imposti da un qualche soggetto controllore che è diverso da chi quel capo lo deve indossare, ovviamente non parte della collezione in vendita ma esibiti solamente a scopo narrativo-artistico. Quale scopo esattamente? La scelta si spiega unendo questa parte della sfilata con la seconda, la vera e propria presentazione della nuova collezione. Spazio ai colori, a forme e tessuti più morbidi e fluenti e agli accessori. Anche le modelle hanno ripreso a camminare. È il potere liberatorio della moda, è la scelta quotidiana del "cosa mi metto" che, in parte, ci definisce, ci rende unici. Non ci facciamo più trasportare dal tapis roulant ma siamo noi a muoverci, a colorarci con le nostre scelte.

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La parte più forte della sfilata, a livello scenico, è stata ovviamente la prima. Tra l'esercito di anime che volontariamente si erano private di se stesse, c'era anche Ayesha Tan Jones, in arte Yaya Bones, anche lei stretta in un outfit ispirato alla camicia di forza. Alla modella dal look androgino (non-binary, come lei stessa di definisce) la scelta di giocare con il tema della salute mentale però non è piaciuto per niente. E, provocatoria, ha deciso di farlo sapere a tutti, direttamente dal tapis roulant. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Hello ✨ I just want to say Thank You for all the support so many of you have given me since I lifted my hands in peaceful protest on the Gucci Runway show yesterday 💖 I feel very blessed to be surrounded by supportive comrades, and to know that there are so many people sharing support online for this action ✊🏽 I want to use this opportunity to remind people that this sort of bravery, is only a simple gesture compared to the bravery that people with mental health issues show everyday. To have the bravery to get out of bed, to greet the day, and to live their lives is an act of strength, and I want to thank you for being here and being YOU ! ☀️ The support people have shown to my act is more than I could imagine, so I only trust that we will share this same support to our friends, siblings, loved ones, acquaintances, internet friends or even strangers, who might be going through tough times with their Mental Health. Showing up for them may come in many forms, check in via text or DM, listen to them with patience and without judgement, offer a helping hand with household tasks like food shop, cooking or cleaning, regularly remind them how amazing and strong they are, but also that is okay feel the feels too, Lets show up for people with mental health and help end the stigma together !🌻 Many of the other Gucci models who were in the show felt just as strongly as I did about this depiction of straightjackets, and without their support I would not have had the courage to walk out and peacefully protest. Some have chosen to donate a portion their fee, and I 100% of mine, to mental health charities, who are doing amazing work for people today! Below are tags to some amazing charities that I encourage, if you have the resources and capacity to, please donate in any way you can, and in my linktree ( in bio ) is a google doc to websites for more charities ! <3 Also, please comment any other Mental Health organisations globally you would like to support and share, as my resources are UK/US based currently 💫 blessings, love & rage - Ayesha / YaYa 🌈 ✨ ✨ ✨ @mindcharity @mermaidsgender @qtpocmentalhealth @stonewalluk @switchboardlgbt @lgbtswitchboard @papyrus_uk

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La modella, in un atto di ribellione non pianificato con Gucci, ha rivolto i palmi delle mani verso i fotografi, mostrando le scritte "Mental health is not fashion". Al gesto ha poi fatto seguito una lunga spiegazione su Instagram, dove la Jones ha chiarificato che: «Da attrice e modella ho vissuto in prima persona problemi con la salute mentale, così come è successo ad alcuni miei familiari o a persone a me care, che hanno sofferto di depressione, ansia, disordine bipolare o schizofrenia. Per questo trovo deleterio e privo di sensibilità da parte di un brand come Gucci usare questo tipo di immaginario per creare un momento fashion. Alludere ai pazienti degli istituti mentali usando delle camicie che ricordano quelle di forza, è un gesto di cattivo gusto. Mettere in passerella tali oggetti come se fossero degli accessori in un servizio di moda, usandoli per vendere vestiti in un sistema capitalista è volgare, privo di immaginazione e offensivo nei confronti dei milioni di persone colpiti da queste problematiche». La stessa Jones ha poi sottolineato che molti altri colleghi condividevano le sue posizioni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

STATEMENT for my protest of the @gucci show ✊🏽 MENTAL HEALTH IS NOT FASHION

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Gucci ha subito ribadito che l'intento non era minimamente quello di capitalizzare sopra un tema serio come quello della salute mentale, anche perchè, come già era stato stabilito, gli abiti della prima metà della sfilata non sarebbero mai andati in vendita. Insomma, era tutto for art's sake. E in ogni caso, dal piccolo incidente diplomatico tra Gucci e modella, tutti sembrano esserne usciti vincitori. Il brand è di nuovo sulla bocca di tutti, e la Jones ha attirato l'attenzione su un tema a lei caro. Nel post su Instagram ha anche taggato una lista di associazioni che si occupano di aiutare persone con disturbi mentale. Nomi che ora, sull'onda delle polemiche, hanno raggiunto una platea di utenti molto più ampia di quanto avrebbero fatto solitamente. 
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