Da tessuto povero, usato nell'800 dai minatori americani durante la corsa all'oro, a capo glamour, protagonista in passerella, amato addirittura dalle teste coronate di tutta Europa. La storia del jeans è quella di una Cenerentola della moda che, dopo più di 200 anni si ritrova regina indiscussa del mercato, sopravvivendo alle tendenze che cambiano, trasformandosi quando gli è stato imputato di essere esageratamente inquinante.
Tutto ha inizio nel 1800 in Francia, quando con la parola jeans si fa riferimento a un panno di twill di cotone creato nella città di Nîmes (da cui denim) con un sottile motivo a coste diagonali. I primi pantaloni vengono prodotti a Genova e spediti in America dove con il sarto Jacob Davis e Levi's Strauss diventano iconici con rivetti e cuciture. Negli anni 30 Hollywood li rende glamour con Gary Cooper e John Wayne, tra il 1960 e il 1970 sono il simbolo della ribellione giovanile e dell'emancipazione delle donne. Il primo a portarli in passerella, nel 1976, è Calvin Klein, mentre gli anni Ottanta si caratterizzano per i lavaggi - a pietra (stone-washed), con acidi, con tinture di tutti i tipi e il decennio successivo vede l'avvento di strappi, brandelli e tagli a vivo.
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LE PRINCIPESSE
Il resto è storia recente e vede il denim diventare sostenibile per avere meno impatto sull'ambiente.
L'ARMA VINCENTE
La versatilità del jeans sia negli abiti, ma soprattutto nei pantaloni, è stata sin dal principio la sua arma vincente, che si palesa oggi ancor di più visto che per questa primavera-estate, dopo circa una decade di supremazia assoluta, salutiamo i jeans skinny, senza dubbio il modello meno inclusivo di tutti, in favore di quelli a vita bassa, con la gamba dritta, i mom jeans o leggermente scampanati, adatti un po' a tutte le corporature, un chiaro rimando alla moda degli anni 90. Secondo Business of Fashion i jeans straight (ovvero quelli a gamba dritta e normale) hanno rappresentato il 33% delle vendite di denim statunitensi per il mercato femminile, segnando la fine dei modelli slim. Merito, a quanto pare, anche della pandemia, che ha cambiato il nostro modo di vedere gli abiti in maniera più comoda e funzionale.
IL MOTIVO PAISLEY
Ecco quindi che in passerella è stato un trionfo di modelli ampi, fluidi, che morbidi si poggiano sui fianchi e terminano larghi. Missoni li propone a vita bassa in un lavaggio chiaro intramontabile, da abbinare con un crop top dal motivo a zig zag. Più romantica la versione di MSGM che declina il denim in un total look composto da pantaloni bassi e top con maniche a sbuffo nella stessa tonalità. Etro sceglie il modello a gamba larga e vi aggiunge intarsi di tessuto nel classico motivo paisley. Saint Laurent opta per lavaggi dark che donano un effetto rigido e contemporaneo al pantalone. Una jeans couture che ormai vede questo tessuto come un bene di lusso, da far durare nel tempo, anche per questioni ambientali. Un po' come i diamanti, quindi, anche il denim è per sempre. Secondo un sondaggio pubblicato dal The Sun on Sunday, se una storia d'amore dura mediamente due anni e nove mesi, il rapporto di una donna con i propri jeans supera almeno i tre anni.